Giuseppe Silipo
02 maggio 2024 14:44
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Giuseppe Silipoche condivide “una storia da raccontare”.
“Ci sono storie che appartengono alla vita di tutti i giorni e che, apparentemente, sono così banali da non meritare di essere raccontate. Ma, dopo un’attenta riflessione, ritengo opportuno renderli pubblici perché, forse, non sono banali. Niente. Il racconto è quello che ho vissuto ieri pomeriggio al ritorno dalla partita di Catanzaro. Risalgo sulla navetta verso Musolalo, felice per la vittoria, ma fradicio d’acqua. Tutti i posti sono occupati e mi dirigo verso il retro del piccolo autobus, quando un ragazzino molto giovane mi offre un posto. Accetto con un sorriso e, durante il breve viaggio, tanti pensieri mi assalgono.
Il primo pensiero è stato quello di ricordare mentalmente tutte le volte in cui avevo offerto un posto a chi ne aveva più bisogno di me. L’ho fatto tante volte, anche fino a pochi giorni fa.
Il secondo pensiero è stato che era la prima volta che toccava a me ricevere un gesto così gentile. Sono gli anni che passano veloci, i capelli e i baffi che hanno cambiato colore, che ti fanno passare da una parte all’altra della barricata, pensavo.
Ma l’ultimo dei pensieri, e forse il più importante, l’ho riservato al giovanissimo ragazzo che con quel piccolo gesto mi ha fatto riflettere su quanto siano oggi ingiustificati i giudizi, spesso affrettati, sul modo in cui molti di loro si comportano. Certo, bisogna sempre fare delle distinzioni, ma se c’è ancora chi è disposto a cedere un posto sull’autobus a qualcuno che ne ha più bisogno, allora vuol dire che non tutto è perduto. Che non tutto è marcio. Ma che esistono ancora anime sensibili, buon senso, buona educazione. E che i cliché spesso distorcono la realtà.
Per me tutto questo non è banale. Spero che non lo sia neanche per te.”