crescita solo modesta e debito/PIL elevato. Il ricorso su PNRR e pensioni – .

crescita solo modesta e debito/PIL elevato. Il ricorso su PNRR e pensioni – .
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L’OCSE ha annunciato oggi di aver confermato stime relative alla crescita del PIL dell’Italia prevista per il 2024 e il 2025a tassi rispettivamente dello 0,7% e dell’1,2% su base annua, in un contesto in cui ha rivisto al rialzo le previsioni di espansione dell’economia globale.

Con la sua nuova prospettiva “Una ripresa in corso” pubblicato oggi, 2 maggio 2024, l’OCSE ha parlato di “un’attività globale che finora si è dimostrata sorprendentemente resiliente” e di un “cauto ottimismo” che ha cominciato a manifestarsi nell’economia globale, “malgrado una crescita modesta e l’ombra persistente dei rischi geopolitici”.

L’OCSE migliora le prospettive del PIL globale. Stime dell’inflazione

Infatti, “l’inflazione si sta indebolendo più rapidamente del previsto, I mercati del lavoro rimangono forti e la disoccupazione è ai minimi storici o è vicina”.

Ancora: “La fiducia del settore privato sta migliorando”.

È vero che “l’impatto delle condizioni monetarie più restrittive continua a farsi sentire, soprattutto sul mercati immobiliari e creditizi”.

Ma l’OCSE ha comunque deciso di farlo migliorare le prospettive dell’economia globale, annunciando che ora stimano che la crescita del PIL mondiale sia uguale al +3,1% nel 2024agli stessi livelli di quello del 2023, e un’ulteriore espansione del +3,2% nel 2025, “supportato da una più forte crescita del reddito reale e da tassi di interesse più bassi”.

Per quanto riguarda l’andamento dei prezzi, stima oggi l’Ocse un rallentamento della crescita dell’inflazione complessiva nei paesi OCSE a un tasso del +5% nel 2024, rispetto al +6,9% del 2023, ed un ulteriore indebolimento a +3,4% nel 2025.

Entro la fine del 2025, l’inflazione dovrebbe rallentare per portare i tassi di crescita vicini ai target della maggior parte delle banche centrali, pari al 2%, grazie al “calo dei prezzi dei beni energetici e alimentari, nonché politiche monetarie più rigide”.

Per l’area dell’euro, Le stime del PIL lo sono crescita dello 0,7% nel 2024 e dell’1,5% nel 2025.

Si prevede lo stesso tasso di crescita previsto per il 2024, ovvero +0,7%. le economie di Francia e Italia che però, il prossimo anno, dovrebbero registrare performance inferiori alla media, crescendo a tassi pari rispettivamente al +1,3% e al +1,2%.

Discorso diverso per quanto riguarda il PIL americano, quest’anno si prevede un aumento addirittura del 2,6%.per poi fare +1,8% nel 2025.

Pil Italia, Ocse: crescita “solo modesta”. L’assist del PNRR

Tornando al caso dell’Italia, l’inflazione resterà bassa, così come la crescita del PIL, che si sta manifestando in modo “solo modesto”, ma che gode del sostegno rappresentato dal PNRR.

Il PNR è stato più volte evidenziato dall’ente parigino, tra i fattori a sostegno del Pil, così come, tra gli elementi negativi, si è più volte fatto riferimento a rapporto debito/PIL e, in generale, alla questione delle finanze pubbliche.

Così come il Fmi e lo stesso Def del governo Meloni, L’OCSE prevede che il rapporto debito/PIL dell’Italia aumenteràper essere precisi 139,1% del PIL, rispetto al calo al 137,1% nel 2023, fino al 140% del Pil nel 2025.

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“Il rapporto tra debito pubblico e Pil è elevato”, rimarca l’Ocse, in un contesto in cui esistono “notevoli pressioni sulla spesa”, derivanti da “la necessità di investire e i costi legati all’invecchiamento della popolazione”.

Si prevede che il rapporto deficit/PIL dell’Italia rallenterà al 4,4% quest’anno rispetto al 7,4% nel 2023, per poi scendere ulteriormente al 3,8%. livello ancora ben al di sopra della soglia massima di deficit del 3%coperti anche dal nuovo Patto di stabilità e crescita dell’UE.

Appello per un massiccio aggiustamento fiscale per diversi anni

La fotografia scattata all’Italia dall’OCSE riflette per l’ennesima volta, come hanno fatto le altre fotografie presentate da altre istituzioni internazionali, quali sono i problemi strutturali dell’Italia.

L’organizzazione ha quindi invocato, ancora una volta, un percorso di “aggiustamento fiscale impressionante e duraturo per diversi anni”, affinché Roma sia in grado di rispondere alle “future pressioni sulla spesa”, che allo stesso tempo metta il rapporto debito/PIL su un percorso più prudente, per consentire al Paese di rispettare le “nuove regole fiscali dell’Unione Europea”, ovvero il nuovo Patto di Stabilità e Crescita dell’UE.

Come fare il risanamento dei conti pubblici?

L’OCSE ha preparato la sua ricetta:

agire con decisione per contrastare l’evasione fiscale, limitare la crescita della spesa pensionistica e avviare ambiziose revisioni della spesa”.

Osservato il grande aiuto alla crescita del PIL italiano rappresentato dal PNRR:

“La piena attuazione degli investimenti pubblici e dei piani di riforma strutturale del PNRR potrebbero portare ad un aumento duraturo del Pil italiano, fattore che produrrebbe l’ulteriore vantaggio di porre il rapporto debito/PIL su una traiettoria discendente”.

A questo proposito, “i progressi compiuti dalle riforme strutturali”, secondo l’Ocse, “sono significativi”. Tuttavia, c’è un problema:

“la spesa dei fondi NGEU è (ancora) in ritardo rispetto ai tempi inizialmente previsti”.

Più in generale, l’OCSE ha sottolineato, riferendosi al caso dell’Italia, che “l’elevata inflazione degli ultimi due anni ha eroso i redditi reali“, che “le condizioni di finanziamento rimangono strette”, così come “la maggior parte del sostegno fiscale eccezionale legato alla crisi Covid-10 e a quella energetica è stato ritirato, pesando sui consumi privati ​​e sugli investimenti”.

In questo contesto, “la ripresa attesa per la crescita dei salari reali e l’aumento degli investimenti pubblici che avverrà con i fondi New Generation EU (NGEU) compenserà solo parzialmente questi ostacoli”.

Ocse: maggiore rischio ribasso sul Pil italiano legato al Superbonus

Detto questo, i rischi per la crescita dell’Italia sono stati definiti dall’OCSE “ampiamente equilibrato”, con il principale rischio al ribasso rappresentato dalla possibilità che “scatti la riduzione dei crediti d’imposta del Superbonus una contrazione degli investimenti nel settore immobiliare più forte del previsto” e il rischio al rialzo individuato in un “aumento significativo degli investimenti pubblici legati al PNRR, in grado di alimentare la crescita del PIL sia nel 2024 che nel 2025”; essenzialmente, con “il pieno utilizzo dei fondi NGEU, il che implica che la spesa pubblica aumenterà da circa l’1% del Pil nel 2023 a una media del 2,5% del Pil nel periodo compreso tra il 2024 e il 2026”.

L’Ocse ha lanciato un messaggio chiaro all’Italia della Meloni:

“la rapida attuazione delle riforme strutturali in corso nei settori della concorrenza, della giustizia civile e della pubblica amministrazione, così come l’accelerazione degli investimenti pubblici legati al PNRR, sarà la chiave per sostenere l’attività (economica) nel breve termine, e per aumentare il potenziale di crescita nel medio termine”.

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