Fedele a Cavalluccio per tutta la vita. Il duomo di Cesena era gremito per l’ultimo saluto a Edo Lelli, morto all’età di 91 anni. Stimato imprenditore, calciatore negli anni Cinquanta e dirigente del Cavalluccio, tra i protagonisti della rinascita bianconera dalle ceneri del fallimento. Lelli è morto pochi giorni dopo la grande gioia di rivedere il suo Cesena in Serie B, ha lasciato nel dolore la moglie Romagna e il figlio Lorenzo che era vicepresidente del club bianconero. Quattro ragazzi delle giovanili del Cesena formavano la guardia d’onore.
Don Marcello Palazzi ha celebrato i funerali davanti a circa 300 persone, poi l’ultimo viaggio al cimitero di Ruffio. Al saluto finale erano presenti, tra gli altri, Giampiero Ceccarelli, Augusto Patrignani, Massimo Bulbi, Christian Castorri, Ettore Rognoni, Andrea Ciofi in rappresentanza dei giocatori bianconeri e il tecnico della squadra Matteo Visani.
Questo il ricordo toccante del figlio Lorenzo: “Mio padre è mancato il 30 aprile, lo chiamavo Edo sui campi di calcio in cui giocavamo insieme a Martorano, dalla sua scomparsa le cronache locali hanno dato grande risalto alla sua figura, sottolineandone lo stile ed equità. Vorrei ringraziare tutti per le centinaia e centinaia di manifestazioni di affetto e di stima che abbiamo ricevuto nel privato come famiglia”.
Lorenzo ricorda le umili origini del padre: “Edo doveva guadagnarsi tutto nella vita, perché nessuno poteva dargli niente. A prescindere dalle sue qualità umane, imprenditoriali e sportive, mi sento di dire una cosa: ‘Papà, per me sei stato il mio compagno di squadra preferito, l’avversario più combattivo del tennis, un maestro di equilibrio e disciplina, sei stato l’esempio da seguire e tu mi ha allenato per la vita”.
