Dopo l’incontro con i delegati di Fiom, Fim, Uilm e Failms, i lavoratori della Jabil hanno deciso di sfilare in corteo nelle vie adiacenti allo stabilimento per manifestare il proprio dissenso alla decisione della multinazionale di abbandonare il territorio. «Con i fatti e non con le chiacchiere, come continuano a fare i politici di professione, ci battiamo per difendere aziende e posti di lavoro in un’area che vive un’inarrestabile desertificazione industriale», affermano i sindacati.
«Si è svolto al Mimit l’incontro con il management della Jabil, alla presenza di HRW dell’azienda, dei segretari territoriali e nazionali di Fim Fiom Uilm, dei rappresentanti della Regione Campania e di Invitalia. In apertura i dirigenti della Jabil hanno ribadito che la multinazionale non ritiene più redditizia la loro presenza nel casertano. Il loro modello di business non è compatibile e sostenibile con il mercato italiano, che è troppo frammentato. Jabil ci sarebbe e potrebbe essere sostenuta dal Ministero anche attraverso il coinvolgimento di Invitalia partecipando con una parte del capitale sociale”. È quanto si legge in una nota sindacale congiunta di Fim, Fiom e Uilm.
“Non è stato detto oltre – spiegano – sull’ipotetico progetto industriale, chi è l’imprenditore o l’azienda, che prospettive occupazionali garantisce, che clienti porta con sé? Non c’è stata risposta. La delegazione sindacale ha sottolineato che da tempo in azienda circola una voce su a chi Jabil intenda trasferire la gestione dell’attività industriale. Questa ipotesi non offre alcuna prospettiva di continuità lavorativa e non è accettata dai lavoratori. La situazione resta drammatica anche perché Jabil da anni non investe nel sito di Caserta”. .
Il tavolo è stato riconvocato il 27 maggio. I lavoratori attendono un riposizionamento della Jabil.
