Massa, ritrovata presso il liceo Rossi la targa dedicata a Manara Valgimigli Il Tirreno – .

Massa Domani, venerdì 3 maggio alle ore 11, si terrà la cerimonia di inaugurazione di una targa commemorativa del professor Manara Valgimigli. La targa sarà collocata nella nicchia sulla facciata esterna del Liceo Pellegrino Rossi, l’istituto in cui Valgimigli fu docente emerito di greco e latino dal 1913 al 1916. L’evento, nato da una proposta di Franco Frediani, è stato reso possibile grazie alla condivisione del progetto da parte del presidente della Provincia Gianni Lorenzetti e della dirigente scolastica Alessandra Paoli, nonché al contributo determinante di Fernando Bianchi della Mbn Marmi, che ha donato il marmo e realizzato i caratteri dell’epigrafe, e di l’architetto Anna Della Tommasina che ha redatto il progetto a titolo gratuito come richiesto dalla Soprintendenza alle Belle Arti. Nell’aula magna del Liceo, alla presenza delle autorità convenzionate e degli studenti delle classi 5 A, B e C, il professor Gennaro di Leo terrà una breve relazione sulla figura dell’illustre filologo che la città di Massa aveva già onorato dell’intitolazione di una via nel territorio di Romagnano. Seguirà lo scoprimento della targa.

Manara Valgimigli nacque a San Piero in Bagno (allora provincia di Firenze e oggi di Forlì-Cesena) il 9 luglio 1876. Nel novembre 1894 si iscrisse alla facoltà di Lettere presso la Regia Università di Bologna e quegli anni furono segnati dalla insegnamento di Giosuè Carducci, di cui fu allievo e con il quale si laureò in letteratura italiana il 16 novembre 1898. Pochi giorni dopo, un telegramma di Giovanni Pascoli lo informava che a Messina, nella palestra del Real Convitto Dante Alighieri, stavano cercando un insegnante. Inizia così la sua lunga carriera di “maestro di scuola” e il suo più stretto legame con il poeta romagnolo. Risale al periodo massese il suo impegno di amministratore in qualità di assessore alla pubblica istruzione nel consiglio comunale, incarico che mantenne fino al 1918. Nell’agosto 1939 subì la perdita della moglie Emilia, a cui seguì, nel dicembre 1940, quella di quello molto doloroso della figlia Erse. Il 23 aprile 1944, sorpreso da alcuni soldati tedeschi nell’abitazione della famiglia di un partigiano, fu arrestato con l’accusa di cospirazione e trasferito nel carcere Baldenich di Belluno, dove rimase in isolamento per un mese. Morì nel 1965.l

 
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