Paziente cade dalla finestra dell’ospedale Grassi e muore. La figlia sporge denuncia – .

Paziente cade dalla finestra dell’ospedale Grassi e muore. La figlia sporge denuncia – .
Paziente cade dalla finestra dell’ospedale Grassi e muore. La figlia sporge denuncia – .

Una denuncia della polizia contro l’ospedale Grassi di Ostia. Ha sporto denuncia alla questura la figlia di un uomo di 81 anni, morto dopo essere caduto da una finestra del reparto dove era ricoverato. Un suicidio, secondo i primi accertamenti. In condizioni disperate, l’uomo, residente nella zona sud-ovest di Roma, è stato trasferito d’urgenza all’ospedale San Camillo dove è morto la notte del giorno successivo. Un gesto volontario, ma i familiari vogliono vederci chiaro e dopo aver denunciato un trattamento terribile nei confronti del loro parente, si sono presentati al 10° distretto di polizia del Lido per denunciare l’azienda ospedaliera. Motivo? Nel corpo dell’uomo “c’era una borsa che non avrebbe dovuto esserci” come riportato nero su bianco.

Il ricovero al Grassi

Ma andiamo con ordine. Il 30 aprile l’uomo era ricoverato al Grassi in attesa di un intervento chirurgico nel reparto di urologia. L’applicazione di un drenaggio renale perché a febbraio era stato sottoposto a un intervento chirurgico alla vescica all’ospedale Sant’Eugenio di Roma per l’asportazione di un tumore maligno. L’uomo pranza con un vicino che è venuto a trovarlo. Alle 14:25 inizia il dramma. La figlia dell’81enne è stata contattata dal personale dell’ospedale del Lido che l’ha informata che il padre “si era comportato in modo suicida”, gettandosi dalla finestra della sua sala di risveglio e che le sue condizioni erano stabili, non in pericolo della vita, poiché era vigile con solo un polso fratturato.

Intubato nel reparto di terapia intensiva

Il genero dell’81enne si reca a Ostia per avere maggiori informazioni. Una volta sul posto viene informato sullo stato di salute del suocero: è grave ed è intubato nel reparto di terapia intensiva in attesa di essere trasferito all’ospedale San Camillo per essere operato. In attesa di informazioni è stato informato del trasferimento urgente dell’81enne all’ospedale di Monteverde. Sono le 17.30 di martedì scorso.

Il trasferimento a San Camillo

Passano le ore, alle 20.30 del 30 aprile la figlia dell’anziano viene contattata telefonicamente dal personale del San Camillo che la informa che il padre doveva essere trasferito in sala operatoria perché “in pericolo di vita”. Sul posto sono accorsi il figlio della donna e il nipote dell’81enne. Una volta terminato l’intervento, come riportato nella denuncia, il nipote dell’81enne ha contattato l’anestesista che gli ha riferito che “durante l’asportazione della milza del nonno” era presente una busta, senza indicare il materiale, che non conteneva essere, quindi, dannoso per la salute del paziente”.

L’intervento e la morte dell’uomo

L’uomo è stato sottoposto ad un secondo intervento nelle prime ore del mattino del 1° maggio ma alle 7.30 la figlia è stata informata telefonicamente delle gravissime condizioni di salute del padre e che “non poteva più affrontare l’operazione alla vescica a causa delle sue condizioni. indicato”. Dopo un’intera giornata, alle 23.30 di mercoledì, il reparto di terapia intensiva ha informato la figlia che “anche con l’aiuto di macchinari e medicinali le condizioni di salute di mio padre stavano peggiorando e di prepararsi al peggio”. Il peggio arriva tra la notte tra l’1 e il 2 maggio, all’1.20, quando la famiglia riceve la notizia della morte del proprio caro.

La storia del genero

Il genero dell’uomo, che per primo è arrivato al Grassi nel pomeriggio del 30 aprile dopo che la moglie era stata contattata dallo staff del Grassi, ha raccontato la drammatica giornata. “Le hanno detto che non era grave, che le sue condizioni erano stabili e che la sua vita non era in pericolo. Si era rotto solo il polso.” “Non potendo avere informazioni su mio suocero, ho dovuto contattare il 112 e attendere l’arrivo della polizia. Solo tramite loro ho poi saputo che lo avevano portato d’urgenza all’ospedale San Camillo per un intervento urgente a cui doveva essere sottoposto”.

L’ultima persona a vederlo

“Ci hanno trattato malissimo, come se fosse caduto un oggetto al posto di un uomo” continua il genero dell’81enne che poi racconta dell’ultima persona ad aver visto il suocero: “un vicino di casa”. il quale, dopo avergli tenuto compagnia prima di allontanarsi da Grassi, ha detto al personale medico di chiudere la sbarra sul letto di mio suocero. Mezz’ora dopo ci hanno chiamato e ci hanno detto che si era buttato dalla finestra”.

Il rapporto della polizia

In ansia per il loro caro, all’1.20 della notte tra l’1 e il 2 maggio, è arrivata la drammatica notizia della morte dell’81enne. Il giorno dopo il genero e la figlia dell’uomo si sono recati al commissariato del Lido e hanno sporto denuncia: “Il corpo di mio suocero è stato sequestrato al magistrato di turno che ha disposto l’autopsia”. “Vogliamo sapere la verità e il motivo per cui nel corpo di mio suocero c’era una borsa. Chiediamo solo giustizia. Se qualcuno ha sbagliato è giusto che ne paghi le conseguenze”.

 
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