LA MAPPA – Torino News – .

Uno contro tutti, ma quello vincerà. Perché mai come quest’anno il pronostico, almeno quello, per il Giro d’Italia è stato monotematico. Non saranno accettate proposte diverse da Tadej Pogacar, anche se le alternative non mancano a partire da oggi da Venaria. Ma l’elenco dei successi e della forma del campione sloveno, finalmente cristallizzato dalla sua corsa solitaria alla Liegi-Bastogne-Liegi di due settimane fa, significano che non dovremmo guardare altrove.

Sarebbe il nome più importante nell’albo d’oro dopo la doppietta di Vincenzo Nibali e soprattutto un buon volano per il futuro, se riuscirà a realizzare una doppietta con il Tour de France. Insomma l’ultimo è stato Marco Pantani e sono passati 26 anni, quindi possiamo affrontarlo. L’obiettivo di Tadej non è tanto chiudere i conti, ma farlo in fretta e risparmiare energie in vista della Grande Boucle che prenderà il via da Firenze a fine giugno. Per questo l’UAE Team Emirates lo ha affiancato con elementi importanti come Rafal Majka, Mikkel Bjerg e Domen Novak che lo aiuteranno in montagna.

In una griglia di partenza ideale, chi sarà in prima fila con lui? L’usato sicuro è Romain Bardet (Team Dsm-firmenich PostNL). L’esperto francese ha dichiarato alla vigilia che vivrà ogni giorno del Giro come se fosse una classica e sa bene come lottare per la classifica. Esattamente come Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) e Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Difesa Team) che partono un gradino più in basso. Non finisce qui, ma infatti anche gli altri possono aspirare al ruolo di outsider. Stuzzica il nome del 21enne talento olandese Cian Uijtdebroeks (Team Visma | Lease a Bike) che, però, non ha mai partecipato ad una gara così faticosa e tattica. E poi Daniel Felipe Martínez (BORA – Hansgrohe), Hugh Carthy (EF Education – EasyPost) e Juan Pedro López (Lidl – Trek).

Ma c’è anche un po’ d’Italia, o almeno ci sono nomi commerciabili. Come la coppia Bahrein – Victorius formata da Damiano Caruso e Antonio Tiberi, la vecchia e la nuova guardia. «È quasi triste ammettere che tutti partiamo sconfitti. Ma sappiamo benissimo che in una gara di tre settimane ci possono essere molte variabili e quindi partire già sconfitti è sbagliato perché non si sa mai cosa potrebbe succedere durante la gara”, ha detto Caruso poche ore prima della partenza. Confrontiamo anche il Milan (Lidl-Trek) nelle volate, sfidato da velocisti come Fabio Jakobsen e Caleb Ewan, e puntiamo su altri giovani come Tiberi, come Giulio Pellizzari ed Enrico Zanoncello della VF Group – Bardiani CSF – Faizanè.

L’unica parola che conta, come al solito, sarà data dal percorso già nelle tre tappe piemontesi. Torino per incoronare la prima maglia rosa, Oropa per scuotere la classifica, Fossano per i velocisti. Nella prima settimana intera spiccano la cronometro di Perugia, quasi 40 km e arrivo in leggera salita, e la salita abruzzese ai Prati di Tivo che non farà sconti. Nella seconda spiccano l’altra cronometro di Desenzano e la grande tappa di Livigno che comprende anche il Mortirolo e il Passo di Foscagno. Gli ultimi sei giorni sono devastanti: verso Santa Cristina di Valgardena ci sarà lo Stelvio come Cima Coppi, poi l’arrivo al Passo Brocon per la vera tappa dolomitica con Sella e Rolle, infine l’Alpago-Bassano del Grappa con la doppia salita sul MonteGrappa. La strada per arrivare da Venaria a Roma si preannuncia tortuosa.

 
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