GIRO D’ITALIA. PRIMA TAPPA SUBITO ARCIGNA: ECCO IL PERCORSO

GIRO D’ITALIA. PRIMA TAPPA SUBITO ARCIGNA: ECCO IL PERCORSO
GIRO D’ITALIA. PRIMA TAPPA SUBITO ARCIGNA: ECCO IL PERCORSO

La 107esima edizione del Giro d’Italia parte subito con uno choc: la Venaria Reale – Torino è una tappa breve, 140 km, ma molto impegnativa. Dopo una prima fase pianeggiante di circa 45 km, prima di immettersi nel circuito finale di circa 30 km si affrontano due GPM di difficoltà crescente, la salita Berzano di San Pietro e la salita Superga dal versante Baldissero Torinese che presenta pendenze meno ripide rispetto al versante torinese.

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Prima di tagliare il traguardo per la prima volta, ci confrontiamo la lacrima di San Vito da superare due volte, l’ultima delle quali a 3 km dall’arrivo. Dopo il passaggio si sale Colle Maddalena (7 km al 7%) che porta poi a Moncalieri con una discesa impegnativa ed infine alla già citata salita finale di San Vito, 1,4 km con pendenza media del 9,8% e massima del 16%. La veloce discesa porta dall’arrivo a circa 600 m fino ad un arrivo rettilineo e completamente pianeggiante.

L’ITALIA DEL GIRO

Se il buongiorno si vede dal mattino, questa sarà una cavalcata sontuosa. Proprio come lo straordinario complesso della Reggia di Venaria Reale davanti al quale i girini inizieranno la grande cavalcata che, attraverso l’Italia, li porterà a Roma dopo tre settimane di sfide all’ultimo colpo di pedale

Patrimonio dell’Umanità dal 1997, la Reggia di Venaria è stata costruito a metà del XVII secolo come residenza di caccia di Carlo Emanuele IIla sua progettazione fu affidata ad Amedeo di Castellamonte, che fece del centrale Salone di Diana un ideale raccordo tra il palazzo e il parco che si estende per 60 ettari e già insignito del titolo di parco pubblico più bello d’Italia.

Il gruppo parte percorrendo dapprima le campagne del nord di Torino, costellate di paesi che ospitano le aziende del Distretto delle Macchine Utensili e dei Robot, in grande ripresa dopo il rallentamento causato dal Covid e le difficoltà nel reperimento delle materie prime. Berzano San Pietro ospita il primo Gran Premio della Montagna Corsa Rosa ed è allo stesso tempo il trampolino di lancio per raggiungere Castelnuovo Don Bosco, “Terra di Vini e di Santi”. Un nome dovuto alla culla filari di pregiate Freisa e Malvasia e alla Basilica che celebra Don Giovanni Bosco, il santo pedagogo fondatore, tra l’altro, della congregazione salesiana. Da una Basilica all’altra. Ormai in vista di Torino, il gruppo sale sulla collina di Superga, dominato dalla chiesa barocca dedicata alla Vergine Maria. Una sosta quassù è obbligatoria e non solo per riprendere fiato. Il panorama lo richiede, certo, ma anche il ricordo del disastro aereo avvenuto il 4 maggio 1949 che costò la vita ai calciatori del Grande Torino.

Il circuito finale della tappa consente il passaggio due volte Moncalieri dove ti fermi ad ammirare il suo magnifico Castello Savoia. Ed ecco, finalmente, Torino, sempre più capitale del ciclismo e che si veste a festa per l’occasione. La Mole Antonelliana, il Museo Egizio, Piazza San Carlo e il Parco del Valentino sono i tradizionali magneti per i visitatori. Gli appassionati non possono però non visitare l’installazione artistica che rende omaggio alla tappa torinese del Giro d’Italia nella zona di Motovelodromo Fausto Coppi: l’opera, realizzata dal collettivo Truly Design, è un viaggio visivo attraverso i luoghi cittadini che saranno attraversati dalla prima tappa della Corsa Rosa.

Si potrà ammirare fino al 5 maggio, però, “Torino e il Giro. Tra ricostruzione e boom economico”. Si tratta di una mostra fotografica che documenta gli anni Cinquanta e Sessanta della città allestita sotto i portici di Via Po, sul lato sinistro, da Piazza Castello a Via Rossini. Le immagini dell’epoca sono accompagnate dalle fotografie delle partenze e degli arrivi del Giro d’Italia a Torino dal 1947 al 1961. La mostra è organizzata dall’Archivio Storico e dalla Divisione Grandi Eventi e Promozione Turistica della Città di Torino, in collaborazione con RCS Sport.

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