L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si concentra sui problemi del Rap e sugli incendi dei cassonetti in città.
Depositato il dossier Pef Tari, il piano economico finanziario che contiene tutte le voci di spesa per la gestione del sistema dei rifiuti, da cui poi si deriverà la tariffa da applicare ai cittadini, si passa ora alla fase operativa, cioè , quello che deve ridefinire le responsabilità della Rap, attribuendole anche il compenso annuale.
Intanto si stanno bruciando cassonetti in alcune zone della città ed sono emerse altre notizie di mattonelle più o meno grandi finite da parte della controllata, come alcune multe per circa 500mila euro che le sono state inflitte dalla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, per uso improprio del sistema di compensazione delle accise sui carburanti (vedi altri articoli in questa pagina). Il corrispettivo, in realtà, è già stato individuato, fissato e asseverato dalla SRR per complessivi 115,4 milioni di euro (nel 2023 il corrispettivo era di 103 milioni) al netto dell’Iva calcolata al 10 per cento.
Ora, però, le competenze dell’azienda vanno rielaborate. Cioè cosa dovrebbe fare in cambio dei 115 milioni che riceve. Ieri mattina, ad esempio, Roberto Lagalla ha incontrato i consiglieri e gli uffici competenti sul tema dei contratti di servizio. In particolare quelli di Rap e Reset. Questo perché le due società hanno essenzialmente punti di contatto in alcune attività che si occupano di pulizia del territorio. Il sindaco chiede in sostanza l’eliminazione delle zone grigie, il taglio di eventuali sovrapposizioni e chiarezza su chi deve fare cosa. In passato è capitato – tanto per fare un esempio – che di fronte al problema del diserbo si verificassero problemi di competenza, del tipo “non tocca a me”.
«E non vogliamo più malintesi su questi temi – dice Pietro Alongi, assessore all’Ambiente -. Stiamo lavorando duramente per arrivare ad un contratto esaustivo, completo e senza zone d’ombra per il bene della città”.
