I “giorni rossi” del Viareggio, quando il calcio si macchiava di sangue – .

VIAREGGIO – La partita del campionato di Promozione 1919-1920 tra Viareggio e Lucchese non è mai stata dimenticata, non per i gol segnati o le capacità dei giocatori, ma per il tragico epilogo che segnerà la storia del calcio italiano.

Il 2 maggio 1920 il campo di Villa Rigutti a Viareggio fu teatro di un evento che scosse il Paese. La rivalità tra le due squadre era alimentata non solo dalla competizione sportiva, ma anche da una lunga storia di campanili. Quello che doveva essere solo un derby si trasformò in una tragedia quando, al termine della partita, scoppiarono violenti tafferugli tra i tifosi per presunte negligenze arbitrali.

In mezzo al caos, un colpo di fucile squarciò l’aria. Il guardalinee del Viareggio Augusto Morganti cade a terra, ferito a morte. A sparare è stato il carabiniere Natale De Carli. Augusto Morganti è diventato il primo morto in Italia a causa della violenza nel calcio. È stata la scintilla che ha fatto esplodere la rabbia sociale. Al calare della sera Viareggio era ormai in mano ai manifestanti, che simbolicamente proclamarono la Repubblica di Viareggio

 
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