MATERA – Il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, ha voluto salutare l’arcivescovo di Potenza, monsignor Salvatore Ligorio, che ha guidato l’arcidiocesi di Matera-Irsina dal 2004 al 2015, lasciando un segno indelebile nella storia della città dei Sassi, culminata nella designazione a Capitale Europea della Cultura per il 2019. Questa e altre qualità umane di monsignor Ligorio, oggi arcivescovo emerito, sono state esaltate dal sindaco Bennardi, che ha voluto la presenza dell’ex sindaco Salvatore Adduce, perché nel 2014 ha conferito a Ligorio la cittadinanza onoraria di Matera.
Ligorio era accompagnato dal moderatore della Curia, monsignor Filippo Lombardi, con altri rappresentanti dell’arcivescovo monsignor Caiazzo, assente per altri impegni. Per l’amministrazione comunale c’erano il presidente del Consiglio, Francesco Salvatore, con gli assessori Amenta, Mazzone e Digilio, oltre al sindaco di Irsina Nicola Morea. Bennardi ha riconosciuto le grandi qualità di umanità e di presenza attiva di monsignor Ligorio nell’arcidiocesi di Matera-Irsina, ricordando anche il precedente mandato sessennale nella diocesi di Tricarico.
«Ligorio ci ha sempre incoraggiato a prestare attenzione al bene comune – ha detto Bennardi – inducendoci ad affrontare i problemi non come se fossero dei singoli, ma della comunità, con una visione della città come “casa di tutti” in cui gli sforzi di tutti sono necessari. La sua presenza è stata un fermento per la comunità materana, negli anni in cui la città si preparava a candidarsi a “Capitale Europea della Cultura 2019”. Lo ringraziamo prima come cittadini e poi come amministratori, per la sua simpatia verso l’uomo, la sua propensione all’ascolto, la sua mitezza e la sua paterna comprensione. Da sempre ha rivolto il suo sguardo verso ogni persona della nostra comunità, in particolare i poveri, gli anziani, gli ammalati, le famiglie, i giovani. Vescovo tra la gente e per la gente – ha rimarcato Bennardi – incontravamo il suo sguardo amico per le strade della nostra città.
Ricordo quando non ero ancora sindaco, la mattina di Natale del 2013, la celebrazione della messa in piazza Vittorio Veneto, segno di vicinanza alle famiglie vittime dell’alluvione, che nell’autunno di quell’anno aveva colpito il Metaponto zona e provincia di Matera. Ci ha accompagnato per non perdere la speranza di rivedere ancora più bella la nostra cattedrale – ha concluso il sindaco – nel decennio in cui è rimasta chiusa al pubblico per lavori di restauro in seguito ad alcuni crolli. Ritornando ora alla sua città d’origine, Grottaglie, un filo ideale continua ad unirlo a Matera: il connubio tra l’essere entrambe “Città della Ceramica”.
Il presidente Salvatore ha ricordato la vicinanza di Ligorio al gruppo dei giovani pionieri della candidatura a Capitale europea della cultura, mentre l’ex sindaco Adduce ha ricordato l’attenzione dell’alto prelato ai poveri e agli umili. L’assessore Mazzone ha ripercorso le tappe della sua bella amicizia con monsignor Ligorio, mentre Digilio ha ricordato il suo impegno personale per l’Azione Cattolica di Tricarico, dall’accoglienza di monsignor Ligorio alla battaglia per non perderlo quando fu trasferito a Matera. Morea ha ripercorso gli anni del trasferimento della statua di Sant’Eufemia al museo del Louvre, ricordando l’impegno e l’equilibrio dimostrati da Ligorio nel gestire quelle giornate frenetiche. L’alto prelato ha concluso con la sua proverbiale sensibilità, esortando i sindaci a nutrire e non sprecare nell’abbandono l’umanità presente nei piccoli centri lucani, riconosciuti per la loro meravigliosa originalità anche da Papa Francesco. Ligorio ha infine sottolineato la cultura, la fede cristiana, i sani principi e la bontà del popolo lucano, di cui porterà sempre con sé il ricordo.
