Ristorazione alberghiera, ‘Vivi Bistro’ apre all’Anglo American (Firenze) – .

La ristorazione alberghiera è uno di quei segmenti che più di altri dimostra vitalità nel settore dell’ospitalità, aiutando i clienti a superare il dogma di cenare in un locale situato all’interno di un albergo. A Firenze – città che conta già nomi importanti e realtà interessanti, dal Giardino d’Inverno del St. Regis al Relais Le Jardin dell’Hotel Regency, fino al Verrocchio di Villa La Massa – oggi la lista dei ristoranti si arricchisce di un altro nome.

È quello del “Vivi Bistrot” all’interno delAnglo American Hotel Firenze, Curio Collection by Hilton, di recente apertura (ampliando la propria presenza in Italia che conta già 36 alberghi a marchio Hilton) con un totale di 118 camere e suite, oltre ad un incantevole cortile interno. Sono rimasti lì nel corso degli anni personaggi come Leone Tolstoj, Carla Fracci, Rudolph Nureev, Maria Callas: completamente restaurato, l’hotel risalente al XIX secolo conserva intatta la sua storica ed elegante grandezza, celebrando il fascino di anni venti grazie a dettagli e arredi intriganti.

E se ioIl Whisper Wine Bar and Courtyard, con la sua atmosfera pervasa di jazz e musica soul, era il luogo d’incontro preferito della comunità anglo-americana di Firenze (in particolare le dame inglesi degli anni ’30 soprannominate “Scorpions” che qui si riunivano per discutere animatamente della cucina fiorentina vita e scambiare commenti pungenti sulla società locale), lo chef lavora ai fornelli del “Vivi Bistro” – circa 70 posti tra interni ed esterni – Giuseppe Federicoclasse ’84, origini napoletane, formatosi nelle cucine dell’hotel Capo La Laga di Vico Equense e in quelle di Courmayeur.

Pur tenendo conto della necessità di proporre un menù dal sapore internazionale per soddisfare i palati degli ospiti dell’hotel, con piatti comfort come gli gnocchi burro e salvia o il paillard di pollo, al “Vivi Bistro” lo chef Federico è riuscito a racchiudere alcune interessanti eredità di la sua formazione professionale. Questo è il caso di Sedanini alla Neranocon zucchine, provola, burro e basilico: l’utilizzo del burro al posto dell’olio conferisce al piatto una particolare morbidezza e cremosità, così come la scelta di una specifica varietà di zucchine apporta un tocco di gradevolezza in più.

Altro piatto simbolo di Giuseppe Federico al ristorante interno dell’Anglo American Hotel è il Giardino sexy: il nome può sorprendere, ma lo è quiche verdure scomposte in diverse consistenze, accompagnate da un crumble al basilico. Un’idea gustosa, capace di incuriosire a qualsiasi temperatura di servizio: sia calda che tiepida e anche fredda, magari per la stagione estiva.

Non mancano cenni alla cucina locale, con rivisitazioni ad hoc, come nel caso di Zuppa di pomodoro con calamari scottati e chips di pecorino toscano (foto sopra), oppure la tartare di manzo con maionese di alici, capperi, tuorlo d’uovo marinato e cipolla rossa saor. Accanto a loro, piatti meno territoriali ma altrettanto creativi come i Tortelli ripieni di burrata con gamberi, bisque e scorza di limone.

Se gli antipasti oscillano tra i 12 e i 20 euro, per i primi ce ne vogliono dai 15 ai 24 e per i secondi dai 20 ai 36. Quest’ultimo lotto vede accompagnati da piatti di carne – il filetto di manzo con patate e verdure croccanti – e dal pescato del giorno, oltre allo sformato di asparagi, pecorino e porri come alternativa vegetariana.

L’impressione è che quanto più lo chef saprà portare nel menù il suo bagaglio di conoscenze tecniche e la ricchezza della tradizione gastronomica di riferimento, tanto meglio il “Vivi Bistrot” potrà giocare le sue carte per attirare un pubblico locale. clientela complementare a quella interna. Del resto l’ambiente dai colori tenui, dal design ricercato e dai dettagli di stile, offre già un buon punto di partenza.

 
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