Dipendente della Banca d’Italia fa causa alla banca interna. Con una truffa gli hanno prelevato 107mila euro dal conto – .

Dipendente della Banca d’Italia fa causa alla banca interna. Con una truffa gli hanno prelevato 107mila euro dal conto – .
Dipendente della Banca d’Italia fa causa alla banca interna. Con una truffa gli hanno prelevato 107mila euro dal conto – .

Un dipendente della Banca d’Italia di Brescia, Domenico Greco, ha denunciato la Cassa di sussidi e risparmio tra il personale della Banca d’Italia (CSR), la banca interna dell’istituto guidato da Fabio Panetta, perché un hacker è riuscito a spostarsi suo conto corrente sottraendo tramite alcuni bonifici la bellezza di 107.020 euro. In realtà si sono verificate quattro operazioni fraudolente per un importo superiore (136.990 euro), ma una non è andata a buon fine a causa di un errore commesso dal ladro informatico.

La telefonata-trappola del finto funzionario Nexi

I fatti sono accaduti tra il 22 e il 27 febbraio 2023. Il signor Greco ha ricevuto una telefonata da un finto funzionario Nexi che gli annunciava che sul suo telefono sarebbero stati inviati alcuni link su cui avrebbe dovuto cliccare per sbloccare le sue carte di credito. registrato. Ha seguito la procedura senza inserire credenziali e codici. Tutto poi ha funzionato perfettamente e quindi non ha avuto dubbi di sorta. Pochi giorni dopo, però, si è accorto che dal suo conto interno presso la Banca d’Italia erano stati prelevati 136.990 euro tramite quattro bonifici. La prima è stata di 29.970 euro a favore di Evangelio Maria con la causale “acconto lavori di ristrutturazione”. Il secondo era di 35mila euro a favore del Forte Monica, causale “saldo per ristrutturazione edilizia”. Il terzo era di 35.020 euro a favore di Lamberti Cesare sempre con la causale “saldo per ristrutturazione edilizia”. Infine, il quarto di 37mila euro a favore di Corrado Antonello con causale “acquisto garage”.

La mail del conto clonato che ha rubato anche Bankitalia

Tutti e quattro i bonifici fraudolenti sono stati indirizzati allo stesso numero di conti presso le Poste Italiane di Salerno con motivazioni che sembravano idonee all’epoca del superbonus. Ma l’hacker ha commesso un errore nel digitare i numeri di conto del primo bonifico, che è stato così rifiutato dalle Poste Italiane e riaccreditato sul conto dello sfortunato Greco, che alla fine è stato letteralmente derubato di 107.020 euro. Ma come potrebbe avvenire l’immissione sul conto corrente? Nel tentativo di mediare il caso, l’avvocato Mirko Ventura che assiste il Greco lo racconta così: «I colleghi di lavoro del signor. Il Greco ha riferito che presso la filiale di Brescia, dove lavorava, era pervenuta dalla casella di posta del ricorrente, ancor prima della telefonata fraudolenta da lui ricevuta, come sopra descritta, che il sig. Greco ha categoricamente sconfessato, avente ad oggetto una richiesta di gettone di reimpostazione, che la banca ingenuamente ha avviato e portato a termine”. Secondo questo rapporto, quindi, la banca interna di Bankitalia avrebbe collaborato inconsapevolmente con l’hacker scambiato per il signor Greco, facilitatore del furto.

La banca interna di Bankitalia però si rifiuta di risarcire la frode

Secondo la denuncia del legale di Greco, «i dipendenti della banca CSR dove lavora il ricorrente hanno inoltre riferito di aver ricevuto, sempre in ufficio, una telefonata da parte di una persona che si presentava come Greco Domenico per chiedere informazioni sui rapporti conto, usando un tono di voce che non corrispondeva a quello del momento”. Una volta chiusa la questione, la CSR “ha tentato di richiamare i bonifici disposti senza successo, segnalando a tal fine che la banca beneficiaria, nel nostro caso Poste Italiane SpA, non ha risposto entro il termine di 10 giorni”. La colpa è di tutti, ma nella mediazione la banca interna di Bankitalia (può servire solo i dipendenti e i pensionati della banca centrale italiana) si è rifiutata di riconoscere la propria responsabilità di rimborsare la somma al povero Greco. Un tribunale deciderà.

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