Una ricerca per mappare chi difende il paesaggio umbro aggredito dal cemento – .

Una ricerca per mappare chi difende il paesaggio umbro aggredito dal cemento – .
Una ricerca per mappare chi difende il paesaggio umbro aggredito dal cemento – .

Da anni l’Umbria si propone come la regione “cuore verde” d’Italia, facendo del “verde” un fattore identitario e il cardine della propria campagna di promozione. marketing turista. Si tratta di una narrazione che si scontra con una crescita esponenziale del consumo di suolo e con un generale degrado dell’ambiente. Crescono però le iniziative di difesa del territorio partite dal basso, portate avanti da associazioni, comitati e singoli individui.

Quali sono le realtà coinvolte in queste iniziative e quali sono le motivazioni che le spingono all’azione? Come fanno questi gruppi a stabilire collegamenti con i livelli decisionali? Come vengono raggiunti e coinvolti i cittadini nell’azione? Noi siamo un squadra di giovani ricercatori, a loro volta attivi nei movimenti, e si vogliono censire i movimenti nati per la difesa del territorio in Umbria e nei territori adiacenti. Il gruppo è composto da Marco Peverini (Politecnico di Milano), Francesco Berni e Alessandro Latterini (Università di Firenze).

La crisi ecologico-climatica rappresenta la questione più rilevante e urgente del nostro tempo. Se non viene affrontata in modo immediato e radicale, rischia di compromettere irrimediabilmente la vita sul nostro pianeta, come evidenziano chiaramente i rapporti di molte organizzazioni internazionali. Inoltre, la crisi ecologico-climatica si configura come crisi sociale e politica, poiché gli sconvolgimenti climatici e la distruzione degli ecosistemi dovuti alle trasformazioni indotte dall’uomo hanno conseguenze devastanti sulla vivibilità dei territori e sulla capacità di soddisfare i bisogni essenziali delle persone. che vivono lì. Queste conseguenze non colpiscono in modo uniforme la popolazione mondiale, ma danneggiano in misura maggiore i gruppi sociali più vulnerabili all’interno di una stessa area.

Diversi studi hanno evidenziato come alcune regioni e categorie sociali siano particolarmente vulnerabili agli impatti della crisi ecologico-climatica. Tra questi rientrano i giovani e gli anziani, le fasce sociali più svantaggiate e, naturalmente, coloro che risiedono nelle aree più esposte ai cambiamenti climatici e alle modificazioni indotte dalle attività umane. In questo contesto, l’Italia rappresenta uno dei Paesi che più rischia di essere colpito dai cambiamenti climatici (Pasini, 2020) e che, tuttavia, continua a consumare suolo in quantità elevate e ad un ritmo crescente anche negli ultimi anni come rileva l’autorevole indagine dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra, 2023).

Nel contesto italiano, l’Umbria rappresenta un caso interessante in quanto è un territorio che non presenta conurbazioni metropolitane di dimensioni significative, né insediamenti turistici particolarmente grandi (come quasi ovunque sulle coste italiane), ma che registra un consumo di suolo pro capite che è ben al di sopra della media italiana: 511 mq per gli umbri contro 365 mq per gli italiani (Peverini, 2023).

L’interesse per l’Umbria deriva anche dal fatto che negli ultimi anni, come accennato all’inizio, si sono intensificate le campagne di promozione della Regione come “cuore verde” del Paese. Questa narrazione entra però in netto contrasto con il continuo aumento del consumo di suolo, evidenziato anche dai dati pubblicati dall’Ispra e secondo i quali nel 2022 sono stati consumati 65 ettari di terreno (il 46% in più rispetto all’anno precedente) una superficie pari a all’isola Polvese sul Lago Trasimeno (Peverini e Berni, 2023). Le analisi di Ispra sottolineano come in Italia la principale responsabilità del consumo di suolo risieda nella pianificazione urbana (Pileri, 2023). Inoltre, poiché l’Umbria è caratterizzata da fenomeni illegali relativamente poco diffusi rispetto ad altri in Italia, il consumo di suolo è prevalentemente “guidato” dagli strumenti urbanistici, tra cui la legge urbanistica regionale e i Piani Generali Regolatori (Prg) dei singoli Comuni, e dalle modalità di programmazione e progettazione delle opere pubbliche (Berni, 2023).

A seguito di questi processi di trasformazione del territorio umbro, stanno emergendo movimenti di varia natura e pratiche dal basso, promossi da gruppi formali o informali, volti a difendere l’ambiente e il suolo dai cambiamenti indotti da previsioni urbanistiche locali o da interventi a livello sovraregionale. livello, come la realizzazione di grandi opere infrastrutturali di impatto nazionale.

Con la dispersione delle forze partitiche storiche locali nella Regione, si osserva una crescita delle iniziative di difesa del territorio avviate dalla base, portate avanti da associazioni, comitati e singoli individui. Questi fenomeni si inseriscono in un contesto sociale e politico peculiare, caratterizzato da una crescente “individualizzazione” della società e da un sistema politico che stenta a svolgere il ruolo di mediatore tra cittadini e istituzioni. Le organizzazioni affrontano la questione ambientale da diverse prospettive, tra cui la conservazione, la tutela della salute, la preservazione e la lotta alle disuguaglianze.

Ma quali sono le realtà coinvolte in queste iniziative e quali sono le motivazioni che le spingono all’azione? E soprattutto, come questi gruppi stabiliscono connessioni con i livelli decisionali? E infine, come vengono raggiunti e coinvolti i cittadini nell’azione?

Come ricercatori indipendenti ci poniamo una serie di domande con l’obiettivo di mappare tutte le realtà presenti in Umbria. Il nostro intento è analizzare la natura del movimento, comprendere gli scopi che lo guidano e, infine, esaminare come coinvolge la comunità. Si tratta di un percorso da sviluppare con la partecipazione diretta delle persone attive nelle diverse realtà presenti sul territorio, attraverso la compilazione di un questionario accessibile tramite questo link.

Marco Peverini è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, dove nel 2022 ha conseguito il dottorato di ricerca in Pianificazione, progettazione e politica urbana, con una borsa di studio sostenuta dal Consorzio Cooperative Lavoratori di Milano. Si occupa del rapporto tra politiche abitative e città, con particolare riferimento al tema dell’accessibilità abitativa, e dal 2022 è ricercatore presso l’Osservatorio Affordable Home (OCA) della Metropolitana di Milano. È membro del Fundamental Economics Collective e co-coordinatore del Social Housing: istituzioni, organizzazione e gruppo di governance della Rete europea per la ricerca sull’edilizia abitativa (ENHR).

Francesco Berni è esperto di politiche di rigenerazione urbana e innovazione sociale e svolge attività di consulenza per enti pubblici e privati. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Urbanistica presso l’Università di Firenze. A lui spetta il coordinamento della rete di associazioni per la realizzazione del Parco della Piana di Assisi.

Alessandro Latterini è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Firenze, coordinatore del Progetto Recharge, focalizzato sulla partecipazione dei giovani nelle istituzioni culturali, con particolare attenzione a biblioteche e musei. Ha contribuito al Centro Universitario della Città di Prato nella redazione del Bilancio di Genere per la Città Metropolitana di Firenze per gli anni 2021 e 2022. Ha inoltre collaborato con il Centro Ricerca e Documentazione sulle Risorse Idriche dell’Università per Stranieri di Perugia su un progetto relativo al fenomeno del Water Grabbing. I suoi principali interessi di ricerca sono i processi di digitalizzazione nel mondo pubblico e privato, l’analisi dell’impatto delle nuove tecnologie sulla società.

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