Sarà come fare un tuffo nella natura a Modica – .

Sarà come fare un “tuffo” nella natura visitando la mostra che sarà inaugurata a Modica sabato 11 maggio dalle ore 19 presso la Galleria SACCA. Paradisìaca, titolo scelto dal curatore Giovanni Scucces, racchiude la visione di un luogo naturale idilliaco, tipico del paradiso, capace di donare calma, serenità, felicità e pace.

La natura, infatti, ha la capacità di migliorare lo stato d’animo dell’uomo, è capace di stupirci e suscitare in noi un profondo senso di benessere.

Il rapporto tra uomo e natura è un tema molto attuale. Tuttavia, sempre più spesso, se ne parla non con un’accezione positiva, ma per gli effetti dannosi che si verificano a causa dell’uomo.

Ma non c’è dubbio che tutti abbiamo un grande bisogno di riconnetterci con esso. Le aree verdi sono un rimedio contro lo stress. La sensazione di sentirci connessi al mondo naturale ci appaga. E secondo alcuni studi, pubblicati dall’American Psychological Association, anche solo osservare la natura (semplicemente in foto o video) potrebbe essere sufficiente per ottenere benefici. Allora pensiamo un po’ all’effetto che può avere in noi l’incontro tra la natura e il potere terapeutico dell’arte, con la sua capacità di stimolare le aree del cervello deputate alla percezione del piacere ogni volta che ci troviamo in presenza di un ‘lavoro che ci incanta.

Una sensazione che potrete provare grazie alle opere dei sette artisti invitati: Daniela Balsamo (Palermo, 1970), Antonio Bardino (Alghero, 1973 – Udine), Giovanni Bongiovanni (Augusta, 2001), Simone Bubbico (Torino, 1984), Emilia Faro (Catania, 1976 – Torino), Elisa Zadi (Arezzo, 1979 – Firenze), Davies Zambotti (Torino, 1980 – Milano). Ognuno di loro, nell’ambito della propria ricerca e in vari modi, si è occupato di tematiche legate alla natura. Balsamo crea scenari surreali in cui la natura si riprende i suoi spazi. Bardino lo celebra esaltando la bellezza della flora e realizzando, nell’insieme, giardini botanici su tela. Bongiovanni si cala nella scena naturale di ragazzi in azione intenti ad esplorarla oppure si concentra su prati verdi dove la presenza dell’uomo è solo ipotizzabile. Bubbico pone l’uomo e la natura in “simbiosi” attraverso infiorescenze che germogliano da elementi corporei, mentre Faro innalza palme totemiche come simboli spirituali. Zadi si espone ritraendosi nell’atto di spogliarsi per entrare in piena connessione con la natura circostante. Zambotti, infine, con le sue fotografie, ci regala una natura sognante ed eterea, ma anche viva ed estremamente delicata.

Nell’arte il rapporto tra uomo e natura si perde nella notte dei tempi, è qualcosa di viscerale. Già diverse migliaia di anni fa, con le pitture rupestri, e fino ai giorni nostri, l’uomo ha sempre cercato di rappresentare e celebrare la natura in vari modi.

Nella preistoria venivano rappresentati prevalentemente animali stilizzati e figure umane, probabilmente a scopo propiziatorio. Nel mondo antico, con gli Egizi prima, i Greci e i Romani poi, esisteva una personificazione della Natura, intesa come manifestazione divina per cui ogni elemento è rappresentato dal proprio Dio. La natura acquista sempre maggiore importanza, non solo per la fauna, ma anche per la flora. Al di là dei motivi fitomorfi, fiori, piante e alberi vengono rappresentati con sempre maggiore maestria fino a giungere a veri e propri giardini.

Durante il Medioevo, con la crescente affermazione del Cristianesimo, la Natura divenne l’espressione di un unico Dio e i vari elementi naturali acquisirono un proprio simbolismo.

Esso, in quanto frutto della creazione dell’Altissimo, diventa sinonimo di perfezione e connessione con Dio ed è simboleggiato in modo idilliaco dal Paradiso Terrestre.

Con il Rinascimento e l’avvento della prospettiva, la natura fa da cornice, fa da sfondo alla scena principale e raggiunge una resa più naturalistica.

Ma è solo nel XVII secolo che la scenografia naturale, con la pittura di paesaggio, diventa genere artistico autonomo.

Nell’Ottocento, con il Romanticismo, la natura diventa specchio dell’interiorità umana. Pertanto viene rappresentato perché capace di suscitare emozioni e di esaltare la sensibilità dell’uomo.

Poi con la seconda rivoluzione industriale cambia il rapporto con la natura, entrano in gioco la modernità e il progresso. Così tra Otto e Novecento le rappresentazioni divennero progressivamente meno realistiche e più dinamiche. Prima con l’impressionismo e le sue variazioni luminose e cromatiche, poi con la visione geometrica, frammentata e multipla del cubismo, fino al surrealismo e alla tipica combinazione di elementi reali e fantasiosi che conducono ad ambientazioni oniriche.

Nella società contemporanea la frattura creatasi tra uomo e ambiente è ormai evidente. L’arte, quindi, deve farsi portavoce sensibilizzando il pubblico, anche con la bellezza. E in questo caso vuole farlo rendendo manifesta la magnificenza della natura, evidenziandone il legame con l’uomo e inducendo alla riflessione attraverso opere che ci fanno riscoprire questo legame primordiale, vitale ed essenziale con la Natura.

Vuole farlo portando il visitatore in uno spazio, la galleria, capace di ravvivare questo legame uomo-natura e suscitare emozioni. Per fare questo è stata pensata un’esposizione che richiama l’idea di un piccolissimo Eden, simbolo per eccellenza di un giardino primordiale verso il quale ci si può idealmente rivolgere.

La mostra, ad ingresso gratuito, è visitabile fino al 28 giugno: dal martedì al sabato secondo gli orari consueti della galleria o su appuntamento.

 
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