Il tour di Scruscio si concentra sul dissalatore dismesso – il Gazzettino di Gela –.

La visita al comitato elettorale, l’incontro con Terenziano Di Stefano che riunisce a Gela sotto il suo sindacato le forze che a Palermo sono l’opposizione a Schifani, il blitz sul dissalatore dismesso e l’incontro con l’ex pompiere Salvatore Comandatore che non ha è stato comunque reintegrato al lavoro nonostante la sentenza della Corte a suo favore: erano le tappe gelide dello Scruscio tour, la campagna elettorale dell’On Ismaele La Vardera, deputato del Sud chiama Nord accompagnato da Di Stefano e Marco Maniglia.

Per fare scalpore La Vardera ha scelto la vicenda del dissalatore di proprietà della Regione e gestito da Eni, dismesso dal 2012 e per il quale la Regione finirà di pagare un debito di 108mila euro all’anno per 10 anni a un azienda tra un anno. compagnia assicurativa controllata dal Ministero dell’Economia alla quale Eni ha ceduto il credito.

Una storia che a Gela è ben nota. L’operazione tra Eni e Regione risale ai tempi del governo Crocetta e del protocollo del 2014 sulla riconversione della raffineria. Le somme sono quelle spese nei decenni per la manutenzione e la gestione del dissalatore in sostituzione della Regione proprietaria dell’impianto.

Lo scandalo sta nel non aver fatto tutto il possibile per mantenere almeno i moduli più nuovi e investire per crearne altri accanto, magari chiedendo all’Eni.

Disinvestire era la cosa più semplice da fare senza il mal di pancia della politica e dei sindacati. Oggi c’è siccità e il caso viene alla luce, altrimenti il ​​caso del dissalatore sarebbe morto e sepolto.

 
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