È nato Vincenzo De Luca, il lucano che trasformò Salerno e cercò di mettere ordine in Campania – .

È nato Vincenzo De Luca, il lucano che trasformò Salerno e cercò di mettere ordine in Campania – .
È nato Vincenzo De Luca, il lucano che trasformò Salerno e cercò di mettere ordine in Campania – .

Nato a Ruvo del Monte, in provincia di Potenza, Vincenzo De Luca. «Sono figlio di un emigrante – dice di sé – mio padre ha lasciato la Lucania, la terra più povera d’Italia, per andare in Venezuela a lavorare. Dopo sei anni in Sudamerica, accumulate risorse, ritornò in Italia e insieme alla mia famiglia ci trasferimmo a Salerno”. Fin da adolescente è animato da una forte passione per la politica, unendosi ben presto all’ partito Comunista. Frequenta il liceo classico Torquato Tasso dove, come ricorda il notaio, suo compagno di classe Fabrizio Amato, «È molto bravo, prende il voto in saggistica italiana. Eppure non studia molto. Alla base di tutto c’è l’intelligenza, una memoria ferrea e grandi capacità intuitive.” Dopo la laurea, ha prestato servizio militare nel 1972, formandosi prima come operatore radio presso il CAR di San Giorgio a Cremano e successivamente assegnato al 2° Battaglione del 78° Reggimento Fanteria “Lupi di Toscana” a Pistoia.

Adempiuti gli obblighi militari, si iscrisse alla facoltà di Medicina a Napoli per la gioia del padre macellaio e della madre casalinga ma abbandona gli studi non appena inizia ad andare avanti Filosofia a Salerno dove si è laureato con una tesi su Antonio Gramsci. Da alcuni anni iniziò anche a insegnare storia e filosofia nei licei salernitani. Quando il Partito gli chiese di occuparsi del settore agricolo, De Luca prese molto a cuore i problemi del settore e durante l’occupazione con i contadini di Persano del demanio militare fu picchiato e arrestato dalla polizia. Nel 1975, dopo essere stato responsabile provinciale dell’ente, venne nominato segretario provinciale del PCI, alla guida della federazione per 10 anni, divenendo successivamente segretario provinciale del Partito Democratico della Sinistra. In quegli anni, per via dei suoi studi e dei suoi insegnamenti, venne scherzosamente soprannominato “il professore”; mentre lo chiamano “Pol Pot”con riferimento al temperamento difficile, quelli del partito meno vicini alle sue posizioni.

Eletto nel consiglio comunale di Salerno nel 1990, ricoprendo le cariche di assessore ai lavori pubblici e vicesindaco, nella primavera del 1993 diventa sindaco per la prima volta a causa delle dimissioni del sindaco eletto, Vincenzo Giordanocoinvolti nelle indagini Tangentopoli da cui emergerà assolto con piena soddisfazione. Il 5 dicembre 1993 vince la fascia tricolore di eletto sindaco di Salerno con l’ 57,8% dei voti del ballottaggio contro Giuseppe Acocella. Ripeterà il suo successo elettorale nel 1997 raccogliendo bene 71,3% dei voti. Poi, non potendo candidarsi per un terzo mandato, si candidò al Parlamento e fu eletto deputato. Ritornato nella sede più alta del Palazzo di Città nel 2006, ha proseguito l’opera di trasformazione urbana e di sviluppo socio-culturale della città pur mantenendo il suo posto, confermato dal voto popolare, alla Camera. Nel 2013 è stato nominato viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del governo Letta.

È stato eletto il 31 maggio 2015 presidente della Regione Campania con il 41% dei voti, sconfiggendo il presidente uscente Stefano Caldoro (38%). La riconferma arriva nel 2020 con 1.789.017 voti (69,48% di consenso) e l’aiuto provvidenziale della pandemia Covid che De Luca riesce a gestire toni altamente decisionali. Ci sarebbe ancora molto da scrivere sul Crescent, ad esempio, il monumentale condominio privato progettato da Bofill della cui costruzione “contro tutto e tutti” di cui il presidente va molto orgoglioso, o sui suoi due figli, Piero e Robertoricevuto dal sociologo Rosa Zampetti dal quale poi si separò (oggi è la sua compagna Maria Maddalena Cantisani, dirigente del Comune di Salerno), predestinato nella successione ereditaria in politica. O anche dei suoi tre libri, L’altra Italia, La democrazia al bivio E Nonostante il Partito Democratico, quest’ultimo in aperta e frontale polemica con il partito di cui fa parte, popolato, a suo avviso, di “anime morte”. Ma è proprio De Luca, divenuto personaggio nazionale anche grazie all’imitazione di Crozza, a consigliare il finale più efficace quando dice di sé, digrignando i denti: «Sono un uomo di pace e anche di amore e mi non sono il bastardo che mi descrive.”

 
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