L’AQUILA: CENTROSINISTRA, “OLTRE 37 MILIONI PER EVENTI, MAI PIÙ ATM, ORA PIANO STRATEGICO VERSO IL 2026”

L’AQUILA – “Oltre 37 milioni per eventi culturali dal 2017 al 2023. Il 2026 sarà un anno importante, L’Aquila Capitale della Cultura è una grande gioia, ma anche un grande impegno. Come opposizioni chiediamo già da marzo un confronto in seno alla Terza Commissione per capire cosa intendiamo fare e dare il nostro contributo. Non vogliamo un altro effetto boomerang come l’Anno della Misericordia concesso miracolosamente da Papa Francesco e non valorizzato affatto. E non vogliamo che i fondi importanti, che comunque arriveranno, vengano utilizzati senza una strategia. Dobbiamo guardare al futuro, alle giovani generazioni e dobbiamo fare in modo che qualcosa resti sul territorio”.

È così che ha iniziato Stefania Pezzopaneconsigliere comunale del Pd, nella conferenza stampa promossa dal centrosinistra sui fondi spesi all’Aquila dal 2017 al 2023. Presenti al convegno anche gli altri consiglieri dell’opposizione, Alessandro Tomassoni, Enrico Verini, Paolo Romano, Lorenzo Rotellini, Gianni Padovani.

“La commissione di confronto sulla capitale della cultura è stata finalmente convocata dal presidente Frullo per il 21 maggio – ha detto Pezzopane – Lì discuteremo e faremo le nostre proposte per un coinvolgimento vero e profondo del territorio. La città deve avere un proprio progetto strategico, internazionale, per un forte posizionamento della città nel sistema culturale. La cultura viene spesso utilizzata come spazio di propaganda personale con un uso eccessivo delle risorse, piuttosto che per una crescita culturale complessiva, cresce la povertà educativa mentre aumentano i fondi spesi per l’intrattenimento. Il GSSI e il MAXXI dell’Aquila sono stati voluti, decisi e finanziati dal centrosinistra e facevano parte di un preciso piano di rilancio culturale della città con una nuova missione e gli effetti positivi ne misuriamo ogni giorno con continuità nel tempo anni”.

“Ma dal 2017 – ha aggiunto – assistiamo a una corsa verso meri eventi, sempre più costosi, in cui le spese per mega palcoscenici e logistica complessa come la struttura per ‘I cantieri della fantasia’ in montaggio a luglio con costi notevoli sono aumentati enormemente. . Ingenti sono le somme impegnate dal 2017 al 2023. Ben 37.806.463 euro, di cui 24.627.725 euro sono contributi finanziati dallo Stato grazie alle leggi fatte dal centrosinistra, con Restart e poi con il Fondo Complementare Sisma. Cifre che nessuna città in Italia ha a disposizione e che il centrosinistra aveva indirizzato verso la ricostruzione culturale, sociale ed economica e il superamento delle disuguaglianze. Ma queste missioni non sembrano aver avuto successo, tanti soldi ma in una certa misura in parte, con interi territori abbandonati. L’Aquila merita un progetto strategico che vada oltre il 2026, tante risorse non possono essere spese in maniera estemporanea, quando teatri, cinema e altre strutture culturali restano ferme”.

L’assessore Alessandro Tomassoni (Il Passo Possibile) ha aggiunto: “La cultura è l’identità della nostra città, che vanta una tradizione molto importante in campo teatrale e musicale, deve esserlo ancora di più con l’occasione del 2026, da non sprecare per darla altri cinque anni, con eventi, ma anche con il recupero di tanti edifici di pregio architettonico, contribuendo così ad una definitiva accelerazione della ricostruzione del nostro tessuto sociale e con un’importante ricaduta che avrà certamente ricadute positive sull’intero L’Aquila e non solo. Dobbiamo essere pronti a dare il massimo e dare un’opportunità a tutti, magari privilegiando le nostre realtà locali e tenendo conto delle molteplici caratteristiche degli operatori di questo territorio: gli enti FUS, le istituzioni storiche, che da anni operano sul territorio in cultura da almeno 20 anni, ma anche le nuove associazioni culturali costituite da almeno 5 anni, i cori amatoriali, le bande musicali, e tutti coloro che hanno ragione di essere messi al centro delle proposte, non beneficiando molti dei fondi ministeriali ; nessuna realtà deve essere lasciata indietro, particolare attenzione va riservata, perché no, all’associazionismo con una componente giovanile”.

«Sulle infrastrutture è bene aver reperito i 5 milioni di euro finanziati dal Fondo di coesione MIC per i ‘grandi progetti’ (necessari dopo non aver colpevolmente intercettato i fondi ad hoc del PNRR per il recupero dei luoghi della cultura), ma per completare Teatro quando sarà effettivamente possibile procedere alla premiazione delle opere? Il Comune diventerà la nuova stazione appaltante al posto della Segreteria Generale, come annunciato dal sindaco Biondi? Sicuramente non in tempo per il 2026, e nella Capitale della Cultura avremo un deficit di luoghi culturali che è abbastanza preoccupante se non saremo in grado di cambiare rotta e incidere nel poco tempo che manca al 2026. Il teatro San Filippo, pronto nel 2017, quando riaprirà? L’impasse dipende dall’effettiva proprietà dell’immobile, che non è ancora noto se sia ancora detenuto dal Fondo Luoghi di Culto (Fec), che è una filiale del Ministero dell’Interno, o se il passaggio della normativa definitiva proprietà dell’immobile al Comune?”.

Anche l’assessore Enrico Verini (Azione) ha aggiunto: “Invito il sindaco e tutta la città ad essere ambiziosi. L’opportunità della capitale della cultura va gestita con ambizione, aprendosi a tutti coloro che possono dare un contributo di qualità: parlo dei singoli cittadini della cultura, delle associazioni, degli imprenditori illuminati, di chiunque possa portare la propria esperienza. E dobbiamo essere generosi: questo non deve essere un campo di conflitto politico, dobbiamo collaborare e chiedo al Sindaco di aprirsi anche a noi consiglieri di minoranza. Sappiamo che questa è l’ultima chiamata per riportare L’Aquila alla tradizione che abbiamo perso dopo il terremoto. Se vogliamo riavere la città culturalmente vivace che eravamo, abbiamo questa e ultima possibilità. Se ci manca, non ne avremo più”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore Paolo Romano: “Nonostante la spesa di 37 milioni di euro, quello che continua a non emergere è la visione e la progettazione della cultura in città. Infatti, gli obiettivi sociali che erano alla base anche dei cospicui fondi legati a Restart non solo non sono stati raggiunti ma si fa di tutto per nasconderli dal dibattito pubblico: ‘sostenibilità nel lungo periodo’, ‘effetti positivi diretti e indiretti sull’occupazione ‘, ‘sviluppo imprenditoriale delle tante attività creative già presenti nel sistema urbano’ erano e restano parole vuote. In questa città la cultura viene utilizzata più per campagne sociali volte a rafforzare l’immagine nazionale del sindaco che per accompagnare uno sviluppo strutturale del sistema economico-sociale del nostro tessuto urbano”.

Anche l’assessore Lorenzo Rotellini ha sottolineato il tema dell’utilizzo dei fondi: “Il nostro obiettivo deve essere quello di sviluppare in città un’idea di cultura accessibile e partecipata che possa servire a ridurre la povertà educativa nel nostro territorio. I 37 milioni spesi dal 2017 a oggi, spesso dati alle associazioni, non “creano” cultura, non lasciano nulla per il futuro, basta concentrarsi sulla comunicazione spasmodica di quanto si è bravi, bisogna rimboccarsi le maniche per portare a termine la ricostruzione di tutti i luoghi della cultura, che non vedono la luce dal 2009 e per far sì che L’Aquila Capitale della Cultura 2026 non sia una mera fabbrica di eventi a fini elettorali”.

L’assessore Gianni Padovani (L’Aquila 99) aggiunge: «Il problema è sempre lo stesso: anche in tema di cultura manca tutta la programmazione, manca un progetto, non si percepisce uno scopo, e le ingenti risorse a disposizione per promozione culturale (dal 2017 ad oggi e per il futuro oltre 37 milioni di euro!) non sono stati investiti secondo una logica di piano, basata su obiettivi realistici e rilevanti per lo sviluppo futuro della Città. Anche nel settore della cultura, l’attuale Amministrazione appare allergica al concetto basilare di pianificazione delle risorse, e procede secondo la logica conveniente e discrezionale del day-by-day, spendendo sotto un temporale, disperdendo il denaro in mille rivoli o seguendo obiettivi specifici semplicemente incomprensibili, come nel caso delle spese abnormi per i palchi dedicati a Perdonanza che costano più del doppio del costo di tutti i palchi affittati per il Festival Internazionale di Spoleto. Eppure dopo 15 anni non abbiamo ancora il cinema né il teatro ha riaperto: questo è il termometro della qualità della cultura in Città”.

“L’Amministrazione deve quindi riscoprire il valore della programmazione. Lo stemma di Capitale della Cultura deve essere un punto di partenza, è necessaria la condivisione con associazioni e operatori locali, con un fiorire di ricadute reali sul territorio a lungo termine. Non possiamo continuare a utilizzare ingenti risorse senza un piano strategico, senza le infrastrutture necessarie, senza il coinvolgimento dei soggetti intermedi. Non sprechiamo una grande occasione come abbiamo fatto con lo Sport: al titolo di Città Europea non è seguito nulla di permanente, di duraturo, di strutturale. A L’Aquila eravamo una città europea dello sport, ma senza strutture, adesso evitiamo di essere la capitale della cultura, ma senza Cultura, senza guardare al futuro e senza progettare, vivendo alla giornata”.

Il consigliere Stefano Albano (Pd) assente per problemi di salute, ha voluto però partecipare con il proprio contributo: “Una somma sproporzionata, che in questi anni avrebbe dovuto creare le condizioni per fare della cultura nella nostra città una vera e propria industria, capace di dare impulso alla dell’economia locale e creare posti di lavoro. Si è preferito invece trasformare queste risorse nel bancomat elettorale dell’amministrazione, ma una volta esaurite, in assenza di investimenti strutturali, rischiamo di assistere ad un terribile indebolimento del sistema culturale aquilano”.

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