“Colpo di grazia per la sanità pubblica” – .

“L’autonomia differenziata non mette in discussione l’unità del diritto alla salute, ma rappresenta un rafforzamento del potere delle Regioni di modulare la propria organizzazione dei servizi sanitari nel rispetto dei LEA (livelli essenziali di assistenza)”.

Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo a un’interrogazione del Pd oggi al Tempo delle interrogazioni alla Camera. Ma per l’ex ministra della Salute Rosy Bindi, nota per le sue battaglie a favore della sanità pubblica e presidente onoraria dell’Associazione Salute Diritto Fondamentale, l’autonomia differenziata darebbe il colpo finale alla sanità pubblica.

Lo ha rimarcato a margine dell’evento sul tema ‘Autonomia differenziata e riforme istituzionali’ svoltosi presso la Saletta dei Mutilati a Siena, organizzato dal Coordinamento provinciale “La Via Maestra – Insieme per la Costituzione”, e moderato dal giornalista Matteo Borsi, Direttore di RadioSienaTv.

“Nonostante i grandi promotori della legge dicano no, il residuo fiscale, la ripartizione delle entrate tra ciascuna regione, finirà per mantenere nelle Regioni con maggiori entrate una parte che prima era destinata alla cassa perequazione nazionale – sottolinea Bindi – lì saranno sicuramente meno risorse da distribuire sapendo che esiste già una forte disuguaglianza nei livelli minimi di assistenza”.

Ancora Bindi: “Chiediamo poi competenze a livello regionale per risolvere i problemi nazionali, perché risolverli in Veneto e non in Toscana? La carenza di personale è un problema di tutti. E ancora più grave è l’autonomia nella creazione della seconda gamba dei finanziamenti, assicurazioni e fondi assicurativi e integrativi, significa smantellare un sistema universalistico, tornare a quello delle mutue” aggiunge.

Dura l’incarico del rettore dell’Università per Stranieri Tomaso Montanari durante l’iniziativa. “Mette fine al concetto di solidarietà nazionale – evidenzia Montanari – la regola secondo cui siamo tutti legati allo stesso debito. Vogliono romperlo, è la secessione dei ricchi. Tra i temi che dovrebbero andare alle Regioni ci sono i beni culturali e l’università, se questa passasse l’Italia non sarebbe più tale, avremmo seppellito la Costituzione, Cavour, Mazzini e Garibaldi”.

Alla tavola rotonda era presente anche Rossano Rossi, segretario generale della Cgil Toscana, anche lui critico. “Ci sono già ingiustizie e disuguaglianze da territorio a territorio, che gridano vendetta, l’aspettativa di vita cambia in base a dove si nasce” tuona.

 
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