la provincia al 10° posto nella classifica italiana – .

la provincia al 10° posto nella classifica italiana – .
la provincia al 10° posto nella classifica italiana – .

CREMONA – Cremonesi, Cremaschi e Casalaschi restano nella top ten nazionale dei cittadini più ‘salvatori’, pur perdendo sei posizioni rispetto all’ultima classifica disponibile, relativa all’anno 2019. Questa indagine, che riguarda tutte le province italiane, è stata promossa dall’ Centro Studi Guglielmo Tagliacarne di Unioncamere.

È un report, quello diffuso nelle ultime ore, che fa una quantificazione la propensione al risparmio delle famiglie a livello provinciale. Si riferisce a dati del 2022. Al primo posto della classifica resta Biella, i cui residenti hanno accantonato nel 2022 il 15,4% del reddito disponibile. Seguono i vercellesi (13,8%) e gli astigiani (13,1%). Il Piemonte, quindi, domina, tra l’altro nella top ten ci sono anche Alessandria (sesta posizione) e Novara (ottava). Modena, appena fuori dal podio, rappresenta l’Emilia Romagna insieme a Piacenza (nono posto), Varese è la migliore della Lombardia (quinta assoluta), seguita da Pavia (settimo). Chiude la top ten Cremona.

Qui, Secondo l’indagine, i residenti accantoneranno l’11,6% del loro reddito disponibile nel 2022. Subito dietro al territorio provinciale si collocano i grandi capoluoghi di regione: Genova e Milano e i rispettivi territori sono all’undicesimo e dodicesimo posto, mentre le province di Bologna e Torino si collocano rispettivamente al 18° e 19° posto. Roma è molto più indietro. La Capitale è al 60°, Napoli al 78°. Le province peggiori sono Ragusa, Crotone e Siracusa, con una propensione al risparmio del 4,8%. La capacità di accantonamento dei cremonesi è ben al di sopra della media nazionale, che si attesta all’8,4%. Così come quello dei residenti in Lombardia (10,8%). In generale spicca tutto il Nord Ovest, quindi Lombardia, Piemonte, Val D’Aosta e Liguria. Nell’ottimo risultato confermato da Cremona e dal suo territorio, non ha poco peso la propensione degli stranieri a accantonare parte del proprio reddito. A livello nazionale, nelle 48 province che presentano un’incidenza di famiglie composte da sole persone di origine non italiana superiore alla media italiana, la propensione al risparmio si attesta al 9,1% contro il 7,5%.

Tra queste province, Modena è al primo posto e Cremona al secondo. Molti di questi risparmi vengono poi inviati nei paesi di origine, per aiutare i propri familiari. «Se in valore assoluto le ‘due capitali’ del Paese, Milano e Roma, concentrano il 18,4% del risparmio italiano, la situazione è molto diversa in rapporto al reddito familiare che, invece, premia la provincia.

Testimonianza del ruolo ancora forte di queste aziende più piccole è che possono anche alimentare il processo di investimento delle imprese familiari locali – ha sottolineato Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne – molte realtà del Sud si collocano nelle ultime posizioni, ma va considerato che il reddito familiare del Sud è inferiore di circa il 32% rispetto a quello del Centro-Nord, il che si traduce anche in una necessaria maggiore propensione al consumo, in particolare di beni primari. Basti pensare che dal 2014 al 2022 l’incidenza della spesa media mensile per prodotti alimentari nel Mezzogiorno è passata dal 21,7 al 23,5% sul totale degli acquisti. E questo è dovuto anche a una forte accelerazione dei prezzi di questi beni che, dopo la pandemia, sono cresciuti più al Sud che nel Paese”.

 
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