la madre la aggredisce con schiaffi e calci mentre esce da scuola. «Non devi sgridare mio figlio» – .

la madre la aggredisce con schiaffi e calci mentre esce da scuola. «Non devi sgridare mio figlio» – .
la madre la aggredisce con schiaffi e calci mentre esce da scuola. «Non devi sgridare mio figlio» – .

“Non devi permetterti di sgridare mio figlio, noi siamo gli Spada”. E dà schiaffi e calci all’insegnante. Shock all’uscita di una scuola di Ostia, dove l’altra mattina genitori e insegnanti hanno assistito ad un vero e proprio agguato ai danni di un insegnante. A colpirla, prima con parole offensive e poi a colpi di bastonate, è stata una mamma legata al clan dei Sinti che vuole continuare a dettare legge sul litorale di Roma. I fatti, su cui la polizia sta lavorando per ricostruire, sono avvenuti martedì poco prima dell’ora di pranzo. L’insegnante, terminato il suo turno di lavoro, si stava preparando a tornare a casa quando è stata avvicinata dalla madre del suo studente. La studentessa era stata redarguita dalla docente perché disturbava la lezione, magari chiacchierando troppo con la compagna di classe, tanto da richiedere l’intervento della docente. Una volta tornata a casa, avrebbe raccontato tutto ai suoi genitori e così, il giorno dopo, la madre non ci ha pensato due volte ad andare a scuola per “vendicarsi” del suo affronto. Aspettò che uscisse l’insegnante, per mettere in atto il piano.

Casamonica, una maxivilla in Morena (con piscina e cavalli d’oro) sgomberata a Roma. Colpo al clan

I fatti

Anche davanti agli altri insegnanti e ai genitori, in attesa di andare a prendere i propri figli prima che suonasse la campanella, la donna ha cominciato ad inveire contro la maestra. “Non avresti dovuto permetterti di rimproverare mio figlio”, avrebbe gridato. Poi si passa all’azione: schiaffi al volto e calci all’addome, secondo quanto hanno ricostruito alcuni testimoni. Nel frattempo, l’intervento di altri familiari della donna. Secondo quanto emerge da una prima ricostruzione, questi avrebbero cercato di calmare gli animi e di non infierire contro la docente. La segreteria della scuola è subito intervenuta per chiedere aiuto.

Il salvataggio

Sul posto è intervenuta un’ambulanza del 118 che ha prestato i primi soccorsi alla donna (che avrebbe riportato ferite lievi) in evidente stato di shock. È stato necessario anche l’intervento delle forze dell’ordine che hanno ascoltato la maestra, mentre la madre era già andata via, portata via dalla famiglia. Sull’episodio è in corso un’indagine, che si svolge nel massimo riserbo e indipendentemente dalla denuncia avanzata dalla parte offesa. Gli insegnanti, infatti, sono pubblici ufficiali a tutti gli effetti e in caso di reati e attentati si può agire d’ufficio. La donna che ha aggredito l’insegnante verrà comunque ascoltata dagli investigatori nelle prossime ore. Riguardo all’accaduto, il dirigente scolastico, senza negarlo, si trincera dietro un secco “no comment”, pur lasciando intendere di aver attivato tutte le procedure necessarie per informare gli uffici didattici e le autorità scolastiche competenti.

Le reazioni

Davanti ai cancelli della scuola si respira un’atmosfera di tensione per i postumi dell’attentato. La maestra non sarebbe andata al lavoro, ancora sconvolta per quanto accaduto, mentre pochi dei suoi genitori avevano voglia di parlare. I più: “Io non c’ero”, oppure: “Ero lontano, ho solo sentito molta confusione, ma pensavo fosse una discussione sul parcheggio, come spesso accade da queste parti”. Qualcuno ha ancora paura a pronunciare quel nome, “Spada”.
È intervenuto anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha contattato il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, per informarsi sull’accaduto. Il ministro ha chiesto inoltre di procedere “con determinazione affinché il gesto ignobile non rimanga impunito”, dimostrando solidarietà e vicinanza a tutto il personale docente. E il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha fatto sapere che intende incontrare la docente: «Nei prossimi giorni porterò la mia solidarietà alla docente. A nessuno dovrebbe essere permesso di toccare un insegnante. Lo Stato farà valere la sua forza contro coloro che non rispettano i suoi insegnanti”.

La banda

Il clan di Ostia è stato riconosciuto come associazione per delinquere di tipo mafioso. È quanto ribadito dalla Suprema Corte in linea con quanto stabilito in primo grado il 24 settembre 2019 e poi ribadito dalla prima corte d’assise d’appello di Roma il 12 gennaio 2021. E la donna che ha aggredito l’insegnante è la moglie di uno dei massimi esponenti della cosca, sotto processo per 416bis. Tra i mille “invisi” e “inauditi”, c’è chi – pur volendo restare anonimo – si sbottona: “Non ho mai assistito a episodi così violenti – dice una mamma – l’insegnante è stata presa a calci in pancia, poi sono intervenute altre persone, io pensa alla famiglia della donna che stava picchiando, e ha cercato di fermarla. È durata pochi minuti, ma è stata una scena brutta che non dimenticherò”. Poi c’è chi consiglia: «Questa è una scuola di frontiera, è vero, ma in questo quartiere abitano anche tante persone perbene. Non solo i clan, non è solo la loro zona. Ma anche quella di tante persone che pensano solo a lavorare”.

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Il Messaggero

 
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