Ucraina e spese militari, vertice Meloni-Stoltenberg. Salvini attacca Macron – .

Ucraina e spese militari, vertice Meloni-Stoltenberg. Salvini attacca Macron – .
Ucraina e spese militari, vertice Meloni-Stoltenberg. Salvini attacca Macron – .

Un’ora faccia a faccia per discutere dei temi di attualità dell’agenda atlantica nel contesto della preparazione del vertice Nato che si terrà a Washington dal 9 all’11 luglio. È durato così l’incontro a Palazzo Chigi tra il premier Giorgia Meloni e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Nel corso dell’incontro, il Primo Ministro ha ribadito “l’aspettativa italiana” che nel vertice americano “si possano adottare decisioni concrete in risposta alle sfide che caratterizzano il fianco meridionale, in coerenza con l’approccio a 360 gradi alla sicurezza euro-atlantica previsto dal Consiglio Strategia concettuale della NATO”. Con un comunicato diffuso al termine dell’incontro, la NATO ha spiegato che l’incontro di Roma è servito a discutere i preparativi per il vertice di luglio, “compreso il lavoro per rafforzare ulteriormente la NATO e fornire maggiore sostegno all’Ucraina”. “Quando i leader si incontreranno a Washington – ha scritto Stoltenberg su X – prenderemo ulteriori decisioni per sostenere l’Ucraina, rafforzare le nostre difese e collaborare maggiormente con i partner”. Tra i temi affrontati a Chigi, secondo quanto comunicato dalla Nato, c’era anche quello di “ottenere una più equa ripartizione degli oneri”. Come si legge nel ‘Documento pluriennale di programmazione della difesa per il triennio 2023-2025’ del Ministero della Difesa, gli Stati membri dell’Alleanza hanno sottoscritto l’impegno formale «a puntare, entro il 2024, al 2% della difesa spesa rispetto al Pil nazionale”. Per quanto riguarda l’Italia, si spiega, «nel 2023 è previsto un valore dell’1,46%, mentre nel 2024 e nel 2025 è previsto un valore pressoché costante, con una percentuale dell’1,43% e dell’1,45%».

«L’Italia resta sotto la soglia del 2% – si legge ancora nel documento -. In questo senso è necessario dare maggiore impulso al piano graduale che allinei il rapporto Bilancio Difesa/Pil alla media degli altri alleati europei e del Canada, puntando all’obiettivo del 2% nel 2028”. Lo scorso 25 aprile, intervenendo all’evento Atlantik-Brucke, Stoltenberg aveva affermato che «quest’anno due terzi degli alleati rispetteranno l’impegno di spendere almeno il 2% del Pil per la difesa. Tra questi c’è la Germania (mentre il Regno Unito spenderà per la difesa il 2,5% del Pil entro il 2030, ndr). Ma dobbiamo andare oltre”. «Capisco bene che non è facile aumentare le spese per la difesa – ha ammesso -. Quando si spende di più per la difesa, si spende di meno per qualcos’altro, per la sanità, per l’istruzione, per le infrastrutture. Questo è anche il motivo per cui tutti gli alleati hanno ridotto le spese per la difesa dopo la fine della Guerra Fredda, perché le tensioni sono diminuite. Ma se riduciamo la spesa per la difesa quando le tensioni diminuiscono, dobbiamo essere in grado di aumentarla quando le tensioni aumentano, come adesso”. Nell’incontro di Chigi Stoltenberg ha poi elogiato “il sostegno dell’Italia all’Ucraina, compresa la fornitura di un sistema di difesa aerea Samp/T alla Francia”. Sistema che dovrebbe far parte del nono pacchetto di aiuti per Kiev. Il nuovo decreto interministeriale sarà classificato come i precedenti ma è comunque atteso prima del G7 di giugno in Puglia. «L’Italia – ricorda la Nato – ha firmato anche un accordo bilaterale di sicurezza con l’Ucraina, contribuendo a rafforzare le difese dell’Ucraina, sostenendo la sua industria degli armamenti e contrastando le minacce ibride». Stoltenberg ha inoltre elogiato la Meloni per “i numerosi contributi dell’Italia all’Alleanza, inclusa la leadership del gruppo tattico della NATO in Bulgaria e il contributo delle forze ai gruppi tattici in Ungheria e Lettonia. L’Italia partecipa regolarmente anche al “Baltic Air Policing” e alle operazioni marittime della NATO”. Stoltenberg ha infine ringraziato l’Italia «per il suo impegno nella missione di mantenimento della pace della Nato Kfor in Kosovo e nella missione di addestramento della Nato in Iraq» e si è compiaciuto «del ruolo chiave dell’Italia nello sviluppo della Nato verso il suo vicinato meridionale». Nelle note ufficiali non si fa menzione della questione sollevata dal presidente francese Emmanuel Macron circa l’invio di truppe europee nel caso in cui Mosca sfondasse la linea del fronte nell’Ucraina orientale. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha già escluso l’invio di soldati in campo, mentre l’altro vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini, ha attaccato ancora una volta Macron: «Ha bisogno di essere curato. Chi la pensa così, e lo dice come se fosse normale, è pericoloso. Se Macron ha tanta voglia di lottare, dovrebbe andare in Ucraina”.

 
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