ASL Teramo. Quando l’educazione è la prima cura in un pronto soccorso… – .

Il nostro pronto soccorso ideale? Tanto personale sanitario e personale sanitario clinicamente preparato. Tantissima strumentazione in grado di velocizzare i tempi di attesa per analisi e diagnosi. Potremmo continuare all’infinito ma il primo requisito quando si entra in un pronto soccorso resta: il sorriso, l’empatia e l’educazione. Questa lettera inviata da una famiglia residente a Giulianova all’Azienda sanitaria locale di Teramo ci restituisce un po’ di fiducia.
Buona lettura.

Giancarlo Falconi

_Buongiorno, sono il signor xxxxxxxxx marito della signora xxxxxxxxx, entrata ieri al pronto soccorso a causa di forti dolori.
Volevo ringraziare tutti gli operatori in servizio ieri sera e porgere i miei più sentiti COMPLIMENTI a tutti loro e a voi per la dedizione e l’amore che dimostrate verso il vostro lavoro.
Si parla sempre male dei servizi ospedalieri ma vorrei fare luce sul vostro servizio ospedaliero, che è totalmente controcorrente.
Ieri ho accompagnato mia moglie, che soffriva di forti dolori addominali, al vostro pronto soccorso
Premetto che ci siamo trasferiti da poco a Giulianova per lavoro, e io sono un operatore sanitario che lavora presso la struttura “xxxxxxxxxxxxxxx, xxxxxxxxxx. Eravamo io, mia moglie e il mio piccolo xxxxx di 5 anni, erano circa le 23, e appena arrivati, non ho fatto nemmeno in tempo ad accorgermi, mia moglie era all’interno del PS sotto osservazione del vostro staff.
Ero seduto nella sala d’attesa con mio figlio in pigiama.
Un intero sistema, medici, infermieri e un magnifico Dottore si sono mossi verso mia moglie.
Subito antidolorifici, subito TAC.
Nel frattempo si era fatto molto tardi.
Ho chiesto un semplice cuscino per mio figlio, ma no, gli operatori lo hanno accolto come se fosse un figlio, gli hanno subito preparato un lettino e lo hanno messo in una stanzetta perché nel frattempo era crollato, gli hanno portato delle coperte e acqua.
Nel frattempo mia moglie continuava le indagini.
Stamattina intanto erano le 7.00, si sono presentati gli operatori con la colazione per il piccolo e hanno pensato anche a me.
Ad un certo punto finalmente arriva mia moglie, rimessa in piedi dal dolore dovuto ad un grosso calcolo renale incastrato, quindi vi lascio immaginare il dolore che ha provato, ha detto che non aveva mai visto un servizio del genere.
Tornammo a casa increduli. Sembrava brutto dire che non eri in un ospedale in Italia ma in un paese 30 anni avanti.
Non so come ricambiare.
Se c’è un modo fatemelo sapere._

 
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