«Riconversione industriale? In linea con le nostre idee di sviluppo portuale” – .

«Riconversione industriale? In linea con le nostre idee di sviluppo portuale” – .
«Riconversione industriale? In linea con le nostre idee di sviluppo portuale” – .

Post-industria ed economia della conoscenza saranno al centro della candidatura di Toast A Capitale italiana della cultura per il 2027. Lo hanno ribadito sia il sindaco che la sindaca nei giorni scorsi Giuseppe Marchionna rispetto al direttore artistico Chris Torcia. Ma come viene accolta questa idea, fondamentale per la candidatura, da chi muove le leve dell’economia locale?

Pianificazione e sviluppo

Per il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale Ugo Patroni Griffila scelta è «coerente con la visione dell’Autorità di sistema. Da tempo diciamo che siamo in una fase di riconversione industriale da un tipo di economia che Gunter Pauli definisce “red economy” e ci stiamo muovendo verso un’economia etichettata come “blue economy”, fondato sull’innovazione tecnologica e sui principi dell’economia circolare. Ciò sta accadendo, essenzialmente, in tutte le principali città portuali europee. È successo a Barcellona, ​​Siviglia, Valencia, succede a Marsiglia, Anversa, Amburgo, Brema, Rotterdam. Tutte città la cui caratteristica principale è quella di avere una città al centro porta che rappresenta una parte significativa del PIL della città.” In tutte queste città, sottolinea Patroni Griffi, «questa simbiosi tra porto e città è diventata virtuosa e mentre il porto continuava a servire come luogo di scambio di merci e passeggeri, divenne anche il principale attrattore turistico. Oggi, in tutte queste città, una delle escursioni più apprezzate, riproducibile anche a Brindisi, è la visita al porto. Non del porto antico ma di quello industriale, perché affascina quanto e ancor più del porto antico».

Il rapporto tra città e porto

Nessun conflitto, quindi, tra l’economia industriale, che è quella che fa girare il porto di Brindisi, e le idee alla base della candidatura a Capitale italiana della cultura. «Se non ci fosse conflitto in tutti i porti che ho citato, direi di no. E potrei aggiungere – prosegue Patroni Griffi – i porti italiani di Ravenna, Livorno, Civitavecchia, Napoli. Perché queste idee dovrebbero entrare in conflitto? L’ho sempre detto il tema è normalizzare la visione di Brindisi. Ci sono indicatori che sono anche fondamentali, comunemente compresi e condivisi e riguardano lo sviluppo delle città portuali. Ed ecco che questi fondamentali possono trovare un’applicazione virtuosa anche a Brindisi”. Un percorso, ribadisce il presidente dell’Autorità di sistema, «che abbiamo seguito ad esempio con l’esperimento che abbiamo effettuato su pianificazione della città-porto e col abbiamo un master sull’economia delle città portuali. Tutto sta andando in questo senso e in questa direzione e ora va riportato a un fattore comune”.

La Madonna di Filippelli

Patroni Griffi, infine, si dice soddisfatto della candidatura e delle scelte strategiche che si stanno delineando. «Presto – riferisce – vedrò il sindaco e l’onorevole D’Attis per parlare dell’argomento costruzione navale per l’eolico offshore. Non vedo l’ora di incontrarli anche perché stiamo contribuendo al G7 con un’opera molto simbolica e importante e dobbiamo decidere dove esporla”. Si tratta, spiega, di un’opera di Francesco Filippolli che riprenderà «un dipinto scomparso ormai da molti anni dal porto e che era stato visto da Gilbert Keith Chesterton, scrittore dalla cui penna nacquero i famosi racconti di Padre Brown, quando arrivò a Brindisi dalla Palestina. Proprio quel dipinto accelerò la sua conversione dalla religione protestante al cattolicesimo. Diciamo che, un po’ come il racconto di Gandhi, è un modo per sottolineare il storia millenaria della città. A partire proprio da questo evento che, in questo momento, è anche significativo, perché parliamo di una Madonna che calmava gli animi e induceva alla conversione. Una Madonna che è a favore della pace e credo che oggi, in prossimità del G7, sia particolarmente significativo dare un messaggio di speranza affinché i tanti conflitti in corso possano essere calmati. Un messaggio che, tra l’altro, può far parte dell’armamentario della candidatura di Brindisi a Capitale della cultura».

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Giornale pugliese

 
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