Carpi, aumentano i casi di tumore al seno. Ma Ramazzini è un’eccellenza della Gazzetta di Modena – .

Carpi, aumentano i casi di tumore al seno. Ma Ramazzini è un’eccellenza della Gazzetta di Modena – .
Carpi, aumentano i casi di tumore al seno. Ma Ramazzini è un’eccellenza della Gazzetta di Modena – .

CARPI. Solo nei primi tre mesi del 2024 sono già stati rilevati 81 nuovi pazienti in tutte le fasi. In tutto il 2023 sono state 200. A questi dati dello scorso anno, poi, bisogna aggiungere i 175 interventi e 4.320 visite di controllo e cura effettuate, ma anche le valutazioni individuali di rischio per 67 donne, di cui 20 inviate alla consulenza genetica di secondo livello. Parliamo della Breast Unit e quindi dei tumori al seno.

SENO DI RAMAZZINI
Sono i numeri di Breast Unit dell’Azienda USL di Modenache ha sede presso l’ospedale Ramazzini da Carpi: si tratta di un modello che garantisce l’integrazione tra i diversi specialisti dedicati alla medicina senologica e la discussione multidisciplinare di ciascun caso anche per evitare un eccesso di trattamento delle pazienti. La stessa Breast Unit ha ricevuto, per il sesto anno consecutivo, la certificazione della società scientifica “Eusoma”, un certificato di qualità europeo che premia l’equipe multidisciplinare di Carpi diretta dalla dottoressa Katia Cagossi ed inserito all’interno della complessa Struttura Oncologica di Prossimità di cui è direttore ff la Dott.ssa Claudia Mucciarini.
Tra gli aspetti particolarmente apprezzati ci sono l’integrazione tra le professionalità coinvolte, il fondamentale supporto del personale infermieristico, la cura totale di ciascun paziente, la particolare attenzione alla qualità della vita e il tasso di sopravvivenza a 5 anni è del 93,5%.
I certificatori europei hanno verificato che tutti gli indicatori di performance in patologia mammaria fossero rispettati presso il Breast Centre, confermando così l’esito positivo. Non sono state identificate non conformità maggiori e i pochi risultati minori evidenziati sono già stati affrontati da professionisti dedicati alla patologia del seno.

DOTTOR CAGOSSI
«C’è molta soddisfazione per questo riconoscimento europeo – afferma la dottoressa Cagossi – Da quest’anno maggiore attenzione è stata riservata ai pazienti affetti da tumore metastatico: i valutatori hanno espresso apprezzamento per il nuovo progetto “Percorso Benessere”, dedicato alle donne in follow-up con diagnosi precoci e metastatiche. Il cancro al seno e i suoi trattamenti possono causare gravi effetti collaterali come stanchezza, affaticamento, nausea, dolore e dispnea, che possono ridurre la qualità della vita correlata alla salute delle pazienti. Ottimizzare la qualità della vita è ovviamente importante per tutti, ma soprattutto per i pazienti affetti da malattia metastatica e sottoposti a cure continuative. Migliorando la qualità della vita attraverso un’adeguata gestione dei sintomi, possiamo aiutare i malati di cancro a vivere meglio la loro vita personale, sociale e, se possibile, lavorativa. Questi aspetti sono molto ben descritti dallo studio “Preferable effect”, in cui 357 pazienti con cancro al seno metastatico hanno partecipato a un programma strutturato di esercizio fisico della durata di nove mesi, segnalando una riduzione della stanchezza e un aumento della qualità della vita».

Da questa consapevolezza è nato il “Percorso Benessere” della Breast Unit: «Si tratta – prosegue – di un programma di lavoro, personalizzato in base alle condizioni di salute di ciascuna persona, elaborato da un medico esperto in riattivazione motoria, in collaborazione con kinesiologi specialisti in attività fisica preventiva e adattata. Inoltre, grazie alla disponibilità di un medico volontario dell’Amo, il percorso prevede attività personalizzate di ascolto e consulenza per promuovere uno stile di vita adeguato verso l’abolizione dei comportamenti a rischio e prevenire malattie croniche come diabete, ipertensione e obesità, che, sempre più frequenti nella nostra popolazione. , riducono l’aspettativa di vita e contribuiscono ad aumentare il rischio di recidiva della malattia oncologica. La strada è aperta ai pazienti oncologici in tutti gli stadi”.

«Le donne che ricevono una diagnosi di tumore al seno metastatico cominciano a convivere con una malattia cronica, curabile ma generalmente non curabile – aggiunge Cagossi – La pietra angolare della cura del tumore al seno metastatico si basa sulla terapia farmacologica sistemica, che ha l’intento di agire attivamente su tutti i siti macroscopici e microscopici della malattia. Nell’ottica di iniziare un percorso di convivenza con una malattia cronica come il tumore al seno metastatico, è fondamentale valorizzare il punto di vista della paziente per personalizzare il processo di cura: in altre parole, ogni paziente esprime un bisogno di cura globale e duraturo, su cui deve basarsi il processo di presa in carico. Per comprendere il punto di vista dei pazienti è necessario focalizzare la relazione medico-paziente su elevati livelli di comunicazione e fiducia e considerare i loro bisogni da un punto di vista multidimensionale. Importante, inoltre, la collaborazione con l’Università di Modena per uno studio sulla comunicazione della diagnosi alle pazienti affette da tumore al seno”. l

 
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