«Se avessi aspettato un attimo sarebbe ancora viva» Gazzetta di Modena – .

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MODENA. Ieri, 8 maggio, avrebbe compiuto 34 anni Alice Nerila ragazza di Ravarino trovata carbonizzata Fossa della Concordia il 18 novembre 2022. Per uno scherzo del destino, l’indagine è iniziata proprio ieri, con le prime testimonianze, il processo in cui il 30enne tunisino Mohamed Gaaloul è accusato di omicidio e distruzione di cadavere. E così, davanti alla Corte d’Assise presieduta da Ester Russo, è stato possibile ricostruire gran parte delle ultime ore di Alice attraverso la testimonianza di Marco Cuccui, il 45enne sardo con cui Alice ha trascorso la lunga serata allo Smart Café. a Concordia. L’ultima persona, secondo l’accusa, ad averla vista viva, prima del suo assassino.

APERITIVI INSIEME
Cuculo, collega di lavoro presso Wamha raccontato di essere uscito con Alice per la prima volta il 10 novembre, sempre a Caffetteria intelligente, luogo che lei conosceva e di cui le ha inviato la geolocalizzazione. Quella volta rimasero dalle 17 a mezzanotte: «Ha parlato molto – ha raccontato – mi ha chiesto tante informazioni sul mio dipartimento e mi ha parlato del suo lavoro, la pittura. Abbiamo parlato solo di lavoro, le ho detto chiaramente che non volevo provarci con lei”.
Il secondo aperitivo la sera del 17 novembre, stesso posto. «Sono arrivata al bar alle 20.15, lei era già lì seduta a un tavolino fuori – si voltò a guardarla – era vestita con una felpa rosa, leggings neri, una giacca con pelliccia nera e una borsetta. Aveva uno spritz davanti a sé, ma non l’aveva toccato. Quella sera alla fine abbiamo bevuto tre spritz a testa. Lei ha mangiato solo poche patatine, anch’io ho mangiato pochissimo. Siamo stati lì sette ore a parlare, ma solo di lavoro. Non ci sono stati tentativi di avvicinamento né a lei né a me finché siamo rimasti seduti al tavolo, nessuna proposta per continuare la serata in intimità tra noi”. «Credo sia doveroso sottolineare questo punto – ha evidenziato il pubblico ministero Giuseppe Amara, che sostiene l’accusa insieme alla collega Claudia Natalini – in ricordo della persona offesa che oggi avrebbe compiuto 34 anni».

NEL PARCHEGGIO
«La serata si è conclusa per mia iniziativa – ha continuato Cuccui – ho guardato l’orologio ed erano le 2.30: non immaginavo che fosse così tardi. Le ho detto che dovevamo andare, anche perché lei doveva iniziare a lavorare alle 8. Siamo andati alle rispettive macchine e ci siamo salutati senza baci né abbracci: ci siamo semplicemente stretti la mano sinistra, niente di speciale. Poi lei è andata verso la sua macchina e io verso la mia. Quando ho aperto la porta ho visto Alice dietro di me. Lei mi ha detto: “Sei un bravo ragazzo”, tentando un mezzo approccio. Poi ci siamo baciati davanti alla mia macchina. Fu un bacio che durò a lungo. Poi mi ha detto: “Mi sei sempre piaciuto, scusa se ti ho dato poca importanza”. Poi andò alla macchina e la mise in moto. Le ho detto: “Mi mandi un messaggio quando arrivi a casa?”. “Ti manderò il messaggio, ma non rispondere”, mi ha detto.”
Poi l’incontro, sempre nel parcheggio, con una terza persona. «Ho avuto un piccolo litigio con un nordafricano che si è fermato davanti alla mia macchina mentre uscivo e mi ha chiesto una sigaretta. Gli ho detto che non ne avevo. Lui rispose: “Ma ti ho già visto, abito a Vallalta!”. Ho vissuto a Fossa tanti anni fa, ma non lo ricordavo. Alice ha incontrato quel ragazzo nel parcheggio. Per l’accusa si tratterebbe di Gaaloul, ma quando gli è stato chiesto il riconoscimento Cuccui ha detto: “Non ne sono sicuro”.
Poi l’ultimo sguardo all’auto di Alice: «Ho aspettato due minuti prima di partire, ho visto che aveva il motore acceso e i freni tirati. Pensavo che se ne sarebbe andata a quel punto, lo aveva fatto l’altra volta. Se avessi aspettato un minuto… (Alice sarebbe ancora viva, ed). Ho pensato tante volte a come sarebbe andata. Alle 4 ho ricevuto un messaggio da Alice che diceva “Ciao marocchino”. Ma poi quando mi sono svegliato la mattina era stato cancellato.”

 
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