Monza, costretta a sposarsi, fa causa ai suoi genitori. Ma secondo il pubblico ministero “è stata trattata come una principessa, volevano il meglio per lei”

Monza, costretta a sposarsi, fa causa ai suoi genitori. Ma secondo il pubblico ministero “è stata trattata come una principessa, volevano il meglio per lei”
Monza, costretta a sposarsi, fa causa ai suoi genitori. Ma secondo il pubblico ministero “è stata trattata come una principessa, volevano il meglio per lei”

Volevano darla in sposa a un cugino, ma lei si è opposta chiedendo aiuto ai servizi sociali. È successo a Monza, dove una ragazza pakistana di 18 anni ha denunciato i genitori. Nonostante le pressioni subite da quando aveva 13 anni, il procuratore di Monza Alessio Rinaldi ha chiesto l’archiviazione dell’accusa di tentata induzione, giustificando «la scelta della famiglia di organizzare il suo matrimonio. Una scelta che non è mai stata caratterizzata da metodi coercitivi o minacciosi, anzi. La giovane veniva trattata come una ‘principessa’ e volevano regalarle un futuro migliore, anche se aveva sempre avuto la sensazione che le scelte familiari derivanti dalla loro appartenenza culturale fossero lesive della sua libertà”.

La giovane si trova ora in una comunità protetta, dove è stata trasferita su sua espressa richiesta, in seguito a un disagio psicologico che l’aveva spinta anche all’autolesionismo, a causa delle pressioni della sua famiglia affinché sposasse un cugino scelto dai suoi genitori da quando era nata. aveva tredici anni. Il gip di Monza ha respinto la richiesta di archiviazione e ha condannato la famiglia della ragazza a rispondere di accuse coercitive.

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Il Messaggero

 
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