Scontri alla Sapienza, ‘infiltrato’ palestinese già indagato nell’inchiesta nata sull’attentato di Fiumicino – .

IL Palestinesi ‘infiltrati’ nelle proteste anti-israeliane – poi degenerate in violenti scontri – all’Università La Sapienza non era stato arrestato “solo” per il tentato omicidio di un dirigente dell’ambasciata degli Emirati Arabi e per la morte di una ragazza iraniana. Verso di lui, nel 1986 c’era infatti anche un mandato d’arresto per formazione e organizzazione di banda armata “a conclusione delle indagini relative all’attentato del 27 dicembre 1985 all’aeroporto di Fiumicino“. Almeno secondo gli atti dell’inchiesta della magistratura italiana sul terrorismo palestinese di cui è venuta in possesso l’Adnkronos e che riguardano la fazione di Abu Nidal che agiva, secondo i giudici, con le sigle ‘Settembre Nero’, ‘Brigate Rivoluzionarie Arabe ‘, ‘Libano nero’, ‘Organizzazione rivoluzionaria dei socialisti musulmani’, ‘Cellule rivoluzionarie arabe’ e ‘Cellule di guerriglia urbana’. Nell’attentato all’aeroporto romano, compiuto dal gruppo di Abu Nidal contemporaneamente a quello di Vienna, sono morte 13 persone e 76 sono rimaste ferite.

Othman Jihad Mohamd Issa Mahmood Abid El Hali, questo il nome dell”infiltrato’, invitato dai collettivi Sapienza a parlare della guerra a Gaza lo scorso 16 aprile, è stato identificato dalla Digos e dalla Polizia scientifica (insieme a cinque esponenti storici della Anarchia romana) impegnato nelle indagini per ricostruire le responsabilità dei tafferugli scoppiati prima sotto il Rettorato e poi davanti al commissariato San Lorenzo. E fu in quell’occasione che emerse che il 62enne, ora coinvolto anche in campagne antirazziste e rappresentante dell’Unione Democratica Araba Palestinese, era stato arrestato il 26 ottobre 1984 per il tentato omicidio del secondo segretario della L’ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti Mohamed Al Suweidi e l’omicidio della ragazza iraniana che era con lui, Noushine Montasseri. Due anni dopo – come scopre l’Adnkronos – il suo nome finì sulle carte dell’inchiesta della magistratura italiana sul terrorismo palestinese.

Insieme a lui sono stati emessi mandati di cattura altri 13 membri della fazione di Abu Nidal, ritenuti responsabili di atti terroristici in Italia e in altri Paesi europei. Nell’elenco figurano anche uno degli attentatori di Fiumicino, arrestato lo stesso giorno della strage dell’aeroporto, e un giordano “implicato – secondo quanto si legge nel documento – nell’attentato alla Sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982” costato la vita di un bambino di 2 anni, Stefano Gay Tachè. (di Silvia Mancinelli)

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