In arrivo a Ciriè un Museo Storico della linea ferroviaria Torino-Ceres? Ecco la proposta – .

“CCome abbiamo già avuto modo di sottolineare, il passaggio da GTT a FS lascia aperto un campo di possibilità per Torino-Ceres e il territorio, che se ben sfruttate possono diventare importanti occasioni di valorizzazione”.

Quindi iniziano daOsservatorio sulla linea Torino-Ceres (il gruppo di volontari che “supervisionava” l’avanzamento dei lavori per la riapertura della ferrovia) per lanciare la loro proposta: la creazione del MUST, Museo Storico di Torino-Ceresche dovrebbe vedere come sede la città di Ciriè.

La linea è stata riaperta nel gennaio di quest’anno, con un costo complessivo dell’opera di 230 milioni di euro e passando dalla gestione di GTT a quella di Trenitalia. Uno scenario che, secondo i membri dell’Osservatorio, aprirebbe nuove possibilità.

Una di queste opportunità riguarda il recupero e la valorizzazione del materiale rotabile storico della linea, la sua musealizzazione e il suo effettivo utilizzo per i treni storici e turistici – spiegano – PPer raggiungere questi obiettivi presentiamo il progetto per un Museo Storico di Torino-Ceres (indicato con l’acronimo MUST), da collocare a Cirié in un’area che comprende la vecchia cabina elettrica e il capannone officina.”.

Il sito individuato dai membri dell’Osservatorio per la realizzazione del MUST

La città di Ciriè, infatti, è molto legata alla storia della nuova linea: al momento il percorso consente un collegamento diretto per gli abitanti di Devesini e delle Valli con l’aeroporto di Caselle e Torino, ma le radici di questa storia risalgono molto più lontano nel tempo.

La Torino-Ceres è indissolubilmente legata al suo primato tecnologico per essere stata una delle primissime linee ferroviarie al mondo, e la prima in Europa, alimentato da corrente continua ad alta tensione e in regolare servizio passeggeri. La memoria di questa impresa è attualmente rappresentata dalla sottostazione elettrica di Cirié del 1919, che ancora oggi alimenta i treni e che conserva parte dell’equipaggiamento originale.

Nella stazione, adeguatamente valorizzata, potrebbe trovare spazio un percorso museale sull’impresa tecnica della Torino-Ceres e sulla storia e la tecnica dell’elettrificazione ferroviaria in generale, oltre a spazi ad uso multifunzionale e culturale aperti alla cittadinanza. – aggiungono dall’Osservatorio – Inoltre, il congedo di GTT ha lasciato liberi gli spazi del capannone officina, che potrebbero ospitare i treni storici della linea – come le due famose locomotive TIBB del 1920 o l’ultima elettromotrice “pita” sopravvissuta, o ancora i motori diesel degli anni Settanta – e conservarli in modo sicuro in modo che possano essere utilizzati sulla ferrovia, se necessario. La realizzazione del MUST rappresenterebbe un’importante occasione per valorizzare un’ampia porzione dell’area ferroviaria prospiciente lo snodo di Cirié 2000 e la nascente area culturale dell’Area Remmert, dove è in costruzione il nuovo auditorium, e dare vita ad un significativo blocco culturale”. Un’idea, quella del MUST, che si estende anche oltre i confini di Ciriè.

Secondo gli impegni della Regione, Cirié dovrebbe diventare anche stazione di gateway per le linee SFM-3 e SFM-6, garantendo così un collegamento rapido e diretto tra il MUST, il territorio torinese, il resto della regione e con il Museo Ferroviario di Savigliano . Nella nostra visione il MUST dovrebbe essere inserito nel più ampio insieme dei musei ferroviari presenti in Piemonte e in Italia e va immaginato anche come un museo diffuso lungo le principali stazioni della linea con installazioni dedicate: il rapporto del treno con la montagna, con la Resistenza, la sfida tecnica di generare energia elettrica dall’acqua e così via – continuano i volontari dell’Osservatorio – Il Museo deve però essere anche un “museo per il territorio”, aiutando i visitatori a entrare in contatto con le numerose altre realtà culturali presenti nel territorio del Ciriacese e nelle Valli di Lanzo, e ponendosi come snodo per percorsi di scoperta e valorizzazione dei beni culturali e culturali. risorse architettoniche. e paesaggi dei nostri territori. Naturalmente un progetto così ambizioso richiede risorse adeguate ma, prima ancora, una convergenza di volontà e di visione che deve mettere in contatto chi si occupa di valorizzazione e tutela del patrimonio ferroviario con gli enti locali e i soggetti pubblici e privati”.

 
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