APPALTI ASL PESCARA: SENTENZA PER L’EX DG CIAMPONI DEL 20 GIUGNO

PESCARA – Assoluzione per l’ex direttore dell’Azienda sanitaria locale di Pescara Vincenzo Ciamponi perché il fatto non sussiste: questo hanno chiesto oggi pomeriggio i suoi due avvocati nell’aula del Tribunale di Pescara Gianfranco Iadecola E Massimo Galasso in merito al processo su un appalto da 11 milioni di euro all’Azienda USL di Pescara per residenze psichiatriche extraospedaliere per il quale due imputati, Domenico Mattucci E Luigia Dolce, rispettivamente Presidente e coordinatore della Cooperativa “La Rondine”, hanno accettato un patteggiamento di due anni ciascuno, mentre il principale indagato, l’ex direttore sanitario Sabatino Trotta, si tolse la vita nel carcere di Vasto la sera stessa del suo arresto.

Resta in piedi solo la posizione dell’ex dirigente dell’Asl Vincenzo Ciamponi per una presunta tangente di 8mila euro parzialmente utilizzata per l’acquisto di un’auto per il figlio.

Sull’ipotesi di reato di corruzione per l’esercizio della funzione i Procuratori Anna Benigni E Lucia Sciarretta nell’ultima udienza hanno chiesto la pena di tre anni.

Nell’udienza di oggi sono intervenuti i due avvocati Massimo Galasso e Gianfranco Iadecola che si sono soffermati molto sulla mancanza di prove oggettive sull’effettiva elargizione della tangente: “Tutto si concentra – ha riferito Galasso – su quanto riferito da Mattucci e Dolce nel luogo dell’incidente probatorio , in merito a quanto il dottor Trotta avrebbe riferito loro circa la necessità di acquistare un’autovettura del valore compreso tra 8.000 e 11.000 euro, ma in realtà l’auto in questione è stata pagata per soli 2.400 euro, tra l’altro tramite assegno e le indagini della Guardia di Finanza fanno non risulterebbe nemmeno alcun versamento sul conto di Ciamponi, quindi non sarebbe assolutamente dimostrabile che l’auto sia stata acquistata con la presunta tangente”.

L’avvocato Iadecola si è poi soffermato sulla questione giuridica legata alle dichiarazioni “de relato”, sulle quali la Corte di Cassazione ha precisato che l’attendibilità della fonte è un fattore fondamentale e in questo caso, secondo Iadecola, l’attendibilità mancherebbe: “Il ruolo di Trotta in tutta questa vicenda – ha spiegato Iadecola – è sempre stata caratterizzata dall’enorme quantità di menzogne, inganni e inverosimiglianze delle sue dichiarazioni nei confronti di Mattucci e Dolce per cercare di estorcere loro quanto più denaro possibile, ciò è sufficiente per realizzare il presupposto indicato da la Corte di Cassazione non si applica più”.

I due avvocati hanno inoltre precisato che l’appalto era già stato aggiudicato e che bastava firmare il contratto, quindi non c’era motivo di corrompere Ciampioni. La sentenza sarà il 20 giugno.

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