Riapre al pubblico la vecchia sede di “Via Caltanissetta 3” – .

La rampa di scale che accoglie il visitatore, con il numero 3 in alto a destra, è già un brivido di emozione per chi conosce la storia del basket. “Via Caltanissetta 3” è stata la casa dell’Olimpia Milano per 45 anni, dal 1964 al 2009.

Si tratta di una villa in stile liberty, su più livelli, di proprietà della famiglia Sada che all’epoca erano mecenati e finanziatori dell’Olimpia. Fu il Cavalier Sada ad acquistare l’immobile e sostanzialmente a cederlo all’Olimpia per farne sede, uffici, amministrazione e anche foresteria per i giocatori. Per un periodo “Via Caltanissetta 3” ha ospitato anche i giocatori della prima squadra, uno in un’unica stanza al secondo piano e gli altri in più stanze.

Qui hanno vissuto e anche Sandro Riminucci, Paolo Vittori, Gianfranco Pieri Bill Bradley nel suo unico anno da americano di Coppa. Arthur Kenneyviveva qui, tipo Massimo Masini e Giulio Iellini. Kenney andava su e giù per le scale e ogni giorno si imbatteva nella foto di Bradley e Skip Thoren, gli americani della prima Coppa dei Campioni, chiedendosi cosa avrebbe dovuto fare per avere la sua foto appesa a una di quelle pareti. Se potessero parlare racconterebbero la storia del basket italiano, non solo dell’Olimpia.

Poi i tempi cambiarono e i giocatori cominciarono a vivere fuori dalla sede e quelle stanze passarono ai giocatori del settore giovanile. Ma “Via Caltanissetta 3” rimase la sede dell’Olimpia, il luogo dove Enrico Pagani suggerì a Cesare Rubini l’idea del secolo, cioè sfruttare l’anno di Bill Bradley, la grande star di Princeton, in Inghilterra per utilizzare è in Coppa dei Campioni. Oppure il luogo dove Toni Cappellari chiede di potersi “trasferire” negli Stati Uniti per le ricerche necessarie a ottenere il passaporto italiano per Mike D’Antoni scavando nel passato di un emigrante partito dall’Umbria per il West Virginia, Andrea Di Antonio .

“Via Caltanissetta 3” è stata ribattezzata “Casa Olimpia”. Ieri, attraverso un “open day”, la storica sede è stata riaperta al pubblico dopo la ristrutturazione, proponendosi come una “struttura aperta all’ospitalità, allo scambio, all’accoglienza, aperta alla città e alle sue proposte legate al mondo della cultura, della moda , del design, dell’imprenditorialità”. C’era anche Dan Peterson all’inaugurazione: era la prima volta dal 1987 in “Via Caltanissetta 3”. Il suo ufficio era il primo a sinistra, in origine riservato all’amministrazione, il regno di Basilio Andolfo, il tuttofare, prima amico poi fratello maggiore di i giocatori passati all’Olimpia dalla metà degli anni ’60 in poi.

Il primo ufficio a destra era quello di Cesare Rubini. Lui era l’allenatore, ma in realtà era molto di più. Sceglieva gli allenatori delle giovanili, parlava con i giocatori, li sgridava, li intimidiva all’occorrenza, intratteneva il presidente Adolfo Bogoncelli per scegliere i giocatori, dettare le linee guida del mercato e altro ancora.

Si dice che tra quelle mura Bogoncelli e Rubini abbiano deciso di comprare le scarpette rosse dall’America e far arrivare le tute di raso perché la squadra doveva esprimere eleganza e potenza anche fuori dal campo. Quando Rubini se ne andò, il suo ufficio divenne quello del direttore generale, quello di Toni Cappellari. Peterson era dall’altra parte del corridoio a sinistra. Una mattina del 1980 Kevin McHale si presentò con il suo agente. Aveva accettato l’offerta dell’Olimpia perché i Boston Celtics avevano spinto troppo visto il suo status di numero 3 del draft. Stavano uscendo per andare in un ristorante e festeggiare l’incredibile colpo di mercato, quando arrivò una telefonata dall’America. Red Auerbach si era arreso. McHale avrebbe ottenuto il contratto che aveva chiesto. L’Olimpia lo ha visto scivolare via all’ultimo secondo (nei giorni successivi hanno chiuso con Giovanni Gianelli, soluzione non proprio di ripiego).

“Via Caltanissetta 3” ha sostituito Piazza 5 Giornate. Nel 2009, un anno dopo l’acquisto dell’azienda da parte di Giorgio Armani, il club abbandona la sua sede storica per occupare una strada all’interno del Lido di Milano; quindi, nel luogo in cui si è allenata la squadra. Una mossa necessaria, per creare un’unione tra squadra e club che altrimenti sarebbe impossibile da sviluppare, senza considerare i tempi di trasferimento per il Palalido, difficili da gestire. Nel 2016, infine, l’Olimpia si è trasferita al Forum dove sede, campo di allenamento e campo di gioco coincidono a vantaggio della funzionalità del club. Ma “Via Caltanissetta 3” o “Casa Olimpia” come viene ormai chiamata resta il cuore pulsante di una storia lunga 88 anni.

Fonte Olimpia Milano

 
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