G7 di Venezia, antagonisti in piazza con caschi e cappelli. Scontri con la polizia – .

G7 di Venezia, antagonisti in piazza con caschi e cappelli. Scontri con la polizia – .
G7 di Venezia, antagonisti in piazza con caschi e cappelli. Scontri con la polizia – .

Nuovo scontri tra le forze dell’ordine e centri sociali in occasione di G7. Questa volta è Venezia il palcoscenico scelto dai centri sociali per creare l’ennesima situazione di disordine. Qui, infatti, oggi e domani si tiene il G7 giustizia presso la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, che i manifestanti volevano raggiungere partendo dalla stazione ferroviaria. Ovviamente le forze dell’ordine schierate in tenuta antisommossa hanno bloccato ogni tentativo di avanzare corteo, non autorizzato. Anche uno era necessario carico di fulmini da parte degli agenti per disperdere i manifestanti e garantire la sicurezza del luogo.

Secondo alcune fonti alla stazione Santa Lucia si sarebbero radunate circa 1.000 persone 250 persone e nel corteo, come ormai avviene regolarmente, non mancavano le bandiere palestinesi. Gli antagonisti procedono con uno striscione davanti che recita “No al G7 dell’ingiustizia” e “Palestina libera”. Tra i manifestanti alcuni indossano abiti caschi ed elmetti, segno che le intenzioni di chi scende in piazza in queste manifestazioni non sono particolarmente pacifiche. Ci sono molte prove che testimoniano la precisa volontà di questi individui di provocare scontri con le forze dell’ordine per arrivare allo scontro, per poi cercare di sfruttare la situazione a proprio vantaggio e fare la vittima sui social, sperando nel solito lato dell’opposizione di governo. “La marcia contro il G7 della (in)giustizia è stata caricata mentre cercava di raggiungere la vetta. La polizia ha respinto le accuse“, comunicano gli antagonisti. Dalle immagini si vede chiaramente l’uso degli scudi da parte delle forze dell’ordine, che complica l’intervento: ancora una volta niente manganelli.

Un’opposizione che questi gruppi criticano come la maggioranza, ma che usano a proprio vantaggio. La strategia è ormai nota e i soliti politici non smettono di cadere nella trappola di proteggere i “buoni” dagli agenti, spesso accusati di uso eccessivo della forza nelle manifestazioni. Subito dopo il corto contattoil corteo ha deciso di cambiare percorso, si è staccato dal cordone di polizia e ora prosegue per le calli di Venezia, senza essere stato preventivamente informato del suo percorso, che con ogni probabilità non esiste.

Gli agenti seguono da lontano la manifestazione, pronti a intervenire in caso di nuove necessità.

 
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