“L’Umbria soffre di troppa mobilità passiva in ambito sanitario e questo si ripercuote sulle fasce più deboli e sugli anziani. Per questo è necessario impegnarsi affinché questa tendenza possa essere invertita”. Lo afferma il segretario generale della UilP Umbria, Elisa Leonardi, commentando il rapporto Eures – Adoc, rielaborato su dati Agenas.
“Secondo i numeri del rapporto – spiega Leonardi – la mobilità passiva in sanità porta sempre più soldi alle regioni del Nord Italia, più attrezzate e attrattive, ma impoverisce quelle dove risiedono i pazienti che necessitano di cure mediche e non riescono a trovarle. risposte adeguate nel vostro territorio. Le regioni più attrattive sono Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Piemonte. Le regioni da cui si “emigra” sono poi tenute a rimborsare tali prestazioni. Un fenomeno che, sempre di più, porta allo spostamento non solo di interventi altamente specializzati, ma anche di bassa e media complessità. Complessivamente, da quanto emerge dal rapporto, sono 19 milioni i servizi sanitari e 4,5 milioni le persone che rinunciano alle cure”.
“L’Umbria non esce molto bene in questa fotografia – spiega Leonardi – secondo l’ultimo Rapporto Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), la nostra Regione ha speso 54 milioni nel 2022 per curare i suoi cittadini fuori regione, e ha ottenuto ricavi per 36 milioni di euro dalla capacità di attrarre pazienti da altre regioni, con un saldo negativo di 18 milioni. Altro dato preoccupante che emerge dal rapporto è il tasso di fuga dalla sanità locale, che in Umbria è pari al 21%: il doppio della media nazionale. Chiusure e fusioni di dipartimenti, ritardi negli investimenti e mancate assunzioni condiscono questi dati che pesano non solo sull’ente regionale. Ogni soggiorno extraregionale comporta spese di viaggio, vitto e alloggio che aggravano la situazione e spingono alla rinuncia. Una situazione grave che speriamo possa essere risolta al più presto possibile”.