società, cosa succede dopo il “no” ad Agnello? – Telesveva Notizie – .

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A quasi una settimana dalla matematica certezza della retrocessione in Eccellenza, i tifosi del Barletta devono ingoiare l’ennesimo boccone amaro. Il desolante silenzio societario, non certo un’anomalia in una stagione in cui la proprietà ha scelto faticosamente quando e con chi parlare, dimenticandosi dei quasi 3000 abbonati e degli sponsor che, con tanti euro, avevano permesso di allestire l’organico su. Il fatto che quei soldi siano poi stati investiti per creare una squadra capace di polverizzare sul campo i record negativi e chiudere la stagione con una sola vittoria in 23 partite, questo rientra nella responsabilità dei rappresentanti dell’area tecnica.

La discesa libera della categoria Barletta è diventata ufficiale domenica 5 maggio ma era nell’aria già da diverse settimane. Trascorso avvolto in un senso di tangibile approssimazione su tutti i fronti, dal campo all’area comunicativa, e approdato a un destino prevedibile: l’abbandono di quella Serie D riconquistata a fatica due estati fa dopo sette anni in Eccellenza, fatta di minimi come il discesa in Promozione evitata all’ultima curva nel 2018 e di alti come il Triplete sotto la guida di Francesco Farina in panchina. Al netto di tanti proclami, poi, il numero zero andrebbe registrato tra le “dimissioni”. I tanti che avevano garantito a microfoni spenti di disimpegnarsi a un minuto dalla fine del campionato sono ancora attentamente aggrappati alle loro sedie, alcuni – spiegano – in attesa di parlare con il presidente onorario Mario Dimiccoli e di prendere decisioni. Eppure le dimissioni dovrebbero essere un atto unilaterale. Sullo sfondo resta una città nel pallone, nel vero senso della parola. Stordito, deluso e in attesa almeno di un comunicato ufficiale. La trattativa per la vendita a Francesco Agnello è improvvisamente saltata, con spiegazioni ufficiali fornite solo dall’acquirente, quando sembrava sul punto di concludersi mentre fonti vicine alla proprietà riferivano di dialoghi in corso con altri potenziali investitori. Solo il tempo dirà se faranno la fine degli altri imprenditori che si sono avvicinati in questi mesi, da Michele Di Benedetto a Francesco Divittorio. Quanto alle dichiarazioni urbi et orbi della proprietà, siamo fermi al 30 novembre, quando Dimiccoli spiegò come Barletta non fosse suo ostaggio. Ora sembra giunto il momento di mettere in pratica questo concetto.

 
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