«Una culla per la vita nel nuovo ospedale di Busto e Gallarate» – ilBustese.it – .

Nel giorno a Roma in cui il ministro della Famiglia Eugenia Roccella è stata sfidata agli Stati Generali della natalità al grido di «Decido io del mio corpo» e «I pro-vita vanno tenuti fuori dai consultori» , a Busto Arsizio si parla di «sostegno alla vita e alle donne in stato di fragilità».
E’ questo il tema della mozione presentata da Emanuele Fiore del gruppo misto e discussa questa sera in commissione Servizi sociali. All’incontro è intervenuta anche Natalia Marrese, presidente del Centro Aiuto alla Vita del Cittadino. Che, insieme a Fiore, auspicavano che Busto potesse ospitare una “culla della vita”, cioè una struttura in cui le donne possano lasciare i neonati in condizioni sicure e controllate e in condizioni di anonimato.

La mozione

«Una mozione simile è stata presentata dal gruppo regionale della Lega – ha esordito Fiore -. È molto attento a questo problema, che vede come me È importante che il nostro consiglio comunale si esprima».
Nel testo si chiede a sindaco e giunta di impegnarsi a «introdurre le azioni necessarie per la valorizzazione sociale e per sostenere e diffondere anche a livello informativo il prezioso lavoro dei Cavs». Nonché «valorizzare le “culle per la vita” già presenti in Lombardia e favorire l’ulteriore diffusione di questo strumento nella nostra città in collaborazione con Asst Valle Olona e il Cav».
“Mi auguro che si possa cogliere l’opportunità del singolo ospedale di avere una nuova sede per una culla per la vita”, ha aggiunto il proponente. Attualmente sono undici in Lombardia.

Il Cav: «Non obblighiamo nessuno a parlare con noi»

La realizzazione di una di queste speciali culle a Busto è stata sostenuta anche dal presidente del Cav Marrese, che ha auspicato anche l’attivazione di una “proficua collaborazione con i consulenti pubblici”.
Marrese ha definito l’udienza di oggi «un un incontro per noi molto prezioso per il periodo storico che stiamo vivendo», in riferimento al dibattito sulla presenza delle associazioni pro-vita nelle cliniche.

«C’è una lunga collaborazione con i servizi sociali dall’89, che ha ha contribuito a dare alla luce 1.388 bambini – ha spiegato. Solo quest’anno abbiamo assistito alla nascita di 55 donne e 38 bambini. Chi viene da noi sa che trova amici e persone che accolgono senza giudicare. Le donne a volte sono spinte a fare una scelta non di vita a causa di grossi problemi economici o perché sono sole e spaventate”.

«Nessuno obbliga nessuno – ha proseguito – è solo una chiacchierata amichevole e da lì inizia un percorso che in genere dura un anno e mezzo o due: lavoriamo in rete e interveniamo se c’è bisogno di una casa o ci sono problemi economici ».

Dal 2006 è attiva una convenzione con l’ospedale «che permette ai volontari di incontrare le mamme: nel 2023 abbiamo incontrato 38 donne che si sono presentate per interrompere la gravidanza. C’è stato un primo colloquio con 25. In ospedale non costringiamo nessuno a parlare con noi”.

Il presidente del Cav ha spiegato che negli ultimi tempi si è registrato un calo «dell’uso della Ivg chirurgica, mentre è aumentato quello con la Ru486 all’ospedale di Gallarate. Un incontro con queste donne non è stato possibile perché il tempo è limitato e deve essere garantito dalla legge ru486″.
Per Marrese «una donna può essere veramente libera quando può scegliere. Se l’unica scelta è l’aborto, non è gratuito”.

Un centro famiglie a Busto

L’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni ha ringraziato il Cav “per la delicatezza e l’attenzione con cui si avvicinano alle donne, senza alcun giudizio e con accompagnamento comunque”.
Dopo aver definito “aberrante” il fatto che l’evoluzione della medicina ha portato in alcuni casi a vedere l’interruzione di gravidanza “come un contraccettivo”, ha spiegato che il Comune può farsi “portavoce con Asst e Ats affinché nel nuovo ospedale sia fornita la culla della vita, anche se sarebbe desiderabile già in quello attuale per abbreviare i tempi”.

L’assessore ha poi insistito sulla necessità di «rimodulare gli orari nelle città. Andare a scuola alle 8.30 crea difficoltà a una mamma che fa la pendolare, così come l’uscita alle 15 o la fine delle lezioni a giugno».

Reguzzoni ha quindi anticipato l’intenzione di portare a Busto attraverso un finanziamento regionale un centro famiglia, che “servirà da orientamento per le diverse esigenze delle famiglie che non sono già in carico ai servizi sociali”. Questo aspetto è stato ripreso anche nella mozione presentata da Fiore.

Sabba: «Senza parole quando sento che è difficile abortire»

Pieno sostegno all’iniziativa da parte dei consiglieri di maggioranza Orazio Tallarida (Forza Italia), Alessandro Albani (Lega), Claudia Cozzi (Fratelli d’Italia), Marco Lanza (lista Antonelli).
Dai banchi dell’opposizione, Santo Cascio (Progetto in Comune), dopo aver stigmatizzato le proteste contro il ministro Roccella, ha insistito sull’importanza di «non perdere la seconda fase: non aiutiamo a far nascere una persona per poi lasciarla sola» .

Il presidente della commissione Matteo Sabba (lista Antonelli), che aveva aperto i lavori parlando di un «tema di fondamentale importanza», ha poi aggiunto di essere «senza parole quando sento che è difficile abortire in questo Paese. Quando ero giovane ho rivisto alcuni miei coetanei addirittura abortire più volte in Lombardia, che per alcuni è la regione nera su questo argomento. Sfortunatamente, abortire è molto facile, sfortunatamente. Spesso la questione economica è predominante nella scelta e se si offrono alternative, il cuore fa nascere una persona. A volte sembra che buttiamo nella pattumiera… No, stiamo parlando di una persona».

 
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