“Dopo 6 anni la Provincia non sa cosa fare se non attivare un tavolo?” – .

TRENTO. “Là allevamento di animali dimostra un estremo bisogno di attenzione”. Per dirlo Paola Demagri E Michele Dallapiccola, rispettivamente consigliere provinciale e segretario politico di Casa Autonomia. “I tre settori produttivi necessitano dell’intervento dell’Autonomia. E un movimento autonomista dovrebbe attivarsi ogni volta che assistiamo a drammi politici come quelli dell’ultimo incontro dei contadini”.

Nei giorni scorsi i contadini si sono riuniti in assemblea. Un vertice durante il quale sono emerse alcune criticità. A preoccupare sono i ritardi nei pagamenti della PAC, la crescente burocrazia, la questione dei grandi carnivori, le politiche europee che talvolta vedono l’allevatore come un inquinatore piuttosto che come un giardiniere del territorio. Un settore che però deve far fronte a diverse criticità: nel 2023 si è registrato un calo delle stalle (-4) e degli animali allevati (Articolo qui).

“C’è stato un tempo in cui anche in questo campo esisteva un partito autonomista”, commentano Demagri e Dallapiccola. “Lui è intervenuto, ha proposto e ha criticato. Oggi, però, preferisce restare un alleato silenzioso del centrodestra, tristemente accovacciato, su una morbida poltrona, sotto le ali del duetto politico più anti-atonomista mai visto in Trentino: l’accordo tra la Lega e Fratelli d’Italia. Per commentare la denuncia dei contadini, pazienti custodi del territorio, nell’eterna ricerca di un reddito dignitoso, interveniamo come Casa Autonomia. L’aumento confermato del 30% dei costi di produzione, ad esempio, fa capire che il buon bilancio di Latte Trento non riguarda i due terzi degli agricoltori trentini e copre a malapena i maggiori costi aziendali”.

Con una serie di atti politici coordinati da Demagri”abbiamo cercato di stimolare il Comune ad attivare azioni promozionali a sostegno dei consumi attraverso azioni di marketing adeguate e accattivanti. In ritardo, senz’anima e suggerendo di navigare a vista, dopo sei anni di governo ininterrotto, in occasione dell’assemblea la Provincia ha dichiarato che attiverà un nuovo, ennesimo tavolo. Tra le numerose proposte che si sono susseguite negli anni, è come se al posto di un ufficio decisionale ci fosse un mobilificio”.

Si è svolto nei mesi scorsi il convegno dedicato alla zootecnia di montagna organizzato a San Michele dalla Fondazione Edmund Mach in stretta collaborazione con l’ Federazione provinciale allevatori di Trento E Concast Trentingrana ha ribadito che il futuro del settore dovrà essere caratterizzato sostenibilità economica, sociale e ambientale ma anche nel valorizzare le molteplici funzioni che questo settore svolge pregiati latticini, protezione ambientaledal biodiversitàdel paesaggiodel turismo e di peculiarità storiche e culturali.

E tra le iniziative è stata confermata la volontà della Provincia attivare una tabella. “Per sapere cosa fare dopo sei anni di governo, il Consiglio prova a chiedere ad altri. Ancora, una società di marketing di sistemala Provincia avrebbe tutto a sua disposizione. Con tanta professionalità e infiniti milioni di euro. Sarebbero il giusto ristoro dopo anni di tagli agli eventi, da Latte in Festa in poi a cui la provincia invece risponde con la promessa di una tavola”.

C’è poi un secondo aspetto che affligge l’allevamento di montagna. “La nuova normativa che regola anche gli incentivi per i rifugi della Provincia rientra tra le consuete soluzioni all’italiana che hanno avuto successo anche Bruxelles. Miseramente il governo locale ha adottato tutto, senza intervenire, anche qui. Cerchiamo di essere chiari: era necessario un tentativo di contrastare le speculazioni nel settore ma una soluzione preconfezionata, senza nulla di autonomo-autonomista al suo interno, ha finito per catapultare il Trentino nella direzione opposta. Finché non arriverà l’inganno adeguato alla legge fatta, purtroppo è solo questione di tempo, i gestori accaparratori avranno vita dura. Ma le complicazioni messe in atto per contrastare queste pratiche hanno finito per mettere in difficoltà il settore. Più di un contadino locale è stato ingannato, nonostante la Provincia e l’eurodeputato locale (Herbert Dorfmann, ndr) ha parlato di questi cambiamenti come di un grande successo. Il risultato sotto gli occhi di tutti è raccontato dagli esempi presenti sul territorio“.

Così tanti pascoli del trentino”rimarranno senza padrone e sicuramente più di una capanna sarà abbandonata. Non saranno quindi più solo i grandi carnivori a tenere lontane mucche e contadini dalle alte quote ma anche questo nuovo regolamento alpinistico. Un macroscopico’errore di calcolo‘ costruito per contrastare gli speculatori, per impedire la pratica dell’accaparramento dei rifugi che avrebbe dovuto anch’esso essere contrastato, è fallito e porta la firma della Lega. Ma gli strumenti per intervenire ci sarebbero stati tutti e bastava applicarli: abbiamo visto l’esempio virtuoso di metodi di assegnazione coscienziosi, in maniera chiara e chiara, in valle del Chiese. Invece adesso, grazie a chi ha governato in questi anni, il cambiamento finirà per danneggiare agricoltori e comuni”.

E il futuro di Casa Autonomia, senza un reale interesse per il settore da parte di Piazza Dante, potrebbe essere ancora più complicato. “Le nostre comunità dovranno fare i conti un certo impoverimento del loro patrimonio montano. Con una PAC in contrazione, una Giunta da sempre disinteressata al settore, l’unica cosa certa che non cambierà sono i suoi guai. Ed è davvero difficile pensare che il vento nuovo delle prossime elezioni europee possa portare qualcosa di buono. In Trentino governa una filiale di Salvini. A volte sembra quasi che ce ne dimentichiamo”, concludono Demagri e Dallapiccola.

 
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