noi giovani siamo la parte sana” – .

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«TikTok è il luogo dove si sono mosse le mafie, dove i camorristi si fanno vedere come ricchi e potenti per essere considerati modelli di successo. Ma quello è un mondo temporaneo, è solo un’attrazione circense. Fai attenzione a non lasciarti usare. La tua unica possibilità di redenzione è lo studio. Se non hai questa attitudine, impara un lavoro e dedicati ad esso. Sei sconfitto solo se sei seduto su un divano con il cellulare in mano”. Nicola Gratteriprocuratore della Repubblica di Napoli, è un fiume in piena mentre ne parla ai ragazzi delle scuole Fuga. In centinaia si sono radunati ieri nella parrocchia della Resurrezione per confrontarsi con lui, l’arcivescovo Don Mimmo Battaglia e con il rettore dell’Università Federico II Matteo Lorito sul tema «Prevenzione della devianza in adolescenza». Una mattinata ricca di scambi e confronti che ha visto la grande partecipazione dei giovani del territorio, che hanno avuto l’opportunità di raccontarsi davanti a tre figure che attualmente rappresentano il mondo giuridico, culturale ed educativo della città. Tra le scuole secondarie che hanno preso parte alla giornata l’Isis Attilio Romanò, l’istituto alberghiero Duca di Buonvicino, il liceo statale Elsa Morante, l’istituto tecnico industriale Galileo Ferraris, il liceo statale Immanuel Kant, l’albergo Vittorio Veneto e l’Isis Melissa Bassi. Quest’ultimo ha intervallato l’incontro con momenti musicali, suonando e cantando in particolare “Sogna, ragazzo, sogno” di Roberto Vecchioni. Bisogna infatti ripartire dal sogno come ha spiegato il viceparroco della Risurrezione Don Luca Corrado che ha moderato l’evento: «Questa giornata si inserisce nel percorso voluto dall’arcivescovo sul patto educativo per la costruzione di reti che siano al servizio di tanti adolescenti e giovani, è un passo per conoscersi e lavorare insieme per il bene dei bambini che sono il presente della nostra società”.

L’incontro

«La nostra terra è bella e noi ne siamo la parte sana. Ho visto queste finzioni che glorificano la violenza, ma ho sentito la responsabilità di non lasciarmi influenzare. Qui ci sono tanti giovani come me, che sanno sempre qual è la loro responsabilità. Sono fortunato anche perché ho una mamma che mi segue”. A prendere la parola davanti sono Gratteri, Battaglia e Lorito Annarita, studentessa del liceo Elsa Morante, che rappresenta la migliore gioventù di Scampia. Quella che ieri nella parrocchia della Resurrezione ha accolto con entusiasmo i tre relatori d’eccezione. «Credo che si possa lavorare sulla rieducazione, sulla scuola e sulla famiglia», interviene un altro ragazzo dal pubblico. E ancora c’è chi chiede agli ospiti: “Domani è il 9 maggio, anniversario della morte di Moro, cosa in particolare potrebbe essere di esempio per noi?”. Domande alle quali sono subito seguite risposte. «Questi incontri sono utili e importanti – ha detto Gratteri – Non è mai una perdita di tempo parlare con i ragazzi, soprattutto in questa fase formativa per decidere da che parte stare. Vado nelle scuole dal 1989, quando ho cominciato a spiegare perché non vale la pena commettere reati”. Sui social e sull’uso che ne fanno le mafie, ha aggiunto: «Li usano non solo per reclutare manodopera ma anche per mandare messaggi di morte. I primi a usare Facebook in Italia sono stati i camorristi, che sono sempre stati più estroversi degli altri”. Rispondendo poi alle domande sugli effetti di cinema e tv, Gratteri ha ricordato”Il Padrino”: «Siamo tutti nati con l’idea che fosse una storia vera, in realtà non è mai esistita. Un capolavoro senza dubbio ma la mafia non è quella raccontata nel film. Negli ultimi decenni abbiamo visto tante serie sulla camorra, dove c’è solo violenza a cui siamo già abituati e il giorno dopo vediamo il ragazzo che si veste da killer. Allora è inutile che io vada in televisione a parlare di Falcone e Borsellino. Non voglio tarpare le ali all’arte, ma non si può autorizzare un prodotto che dimostri che esiste solo la violenza e non esiste alternativa. I modelli devono essere quelli umili, di chi ha studiato per diventare bravi artigiani e professionisti”.

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Il vescovo

«Siate sempre dalla parte della vita, ascoltate Gratteri che è testimone credibile dell’impegno per la legalità, la giustizia e il cambiamento. Abbiamo tutti bisogno di testimoni credibili e vi dico di stare attenti ai seduttori, distinguendoli dagli educatori, di diffidare di chi parla di voi ma non ha l’umiltà e il coraggio di parlarvi e ascoltarvi”. Le parole dell’arcivescovo di Napoli Don Mimmo Battaglia risuoni nella chiesa della Resurrezione, mentre rivolge il suo appello ai giovani. «Questo momento non è un punto di arrivo – ha detto – se l’incontro dovesse concludersi senza continuità rischiamo di aver lavorato invano. Dio ama gli umili che dicono di aver sbagliato, proprio perché vuole poter ritrovare la loro vita e per me è bello pensare e credere di essere innamorati della vita. Non sprecare questi anni che non torneranno mai più, credi in te stesso, nella forza che è dentro di te e non dare mai la tua coscienza a nessuno. Al termine della giornata, le piante di ulivo donate dall’associazione Albatros sono state consegnate ai presidi di tutte le scuole come segno di pace, ma anche come punto di partenza per camminare insieme verso un cammino di legalità e di speranza che metta il bene -mettere i giovani al centro.

 
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