Trecento persone in piazza De Ferrari per chiedere le dimissioni di Toti. Intanto nasce l’ipotesi di una talpa che avrebbe allertato i sospettati.

“Toti può continuare a lavorare, poi vedremo. Sono un garante. È davvero molto presto per prendere decisioni”. Antonio Tajani, intercettato dai giornalisti all’uscita di Palazzo Madama questa mattina, ha dichiarato di sostenere una linea attendista, aspettando che si pronunci almeno il tribunale del riesame prima di iniziare a pensare all’ipotesi di elezioni anticipate.

In totale disaccordo con lui le trecento persone che si sono radunate questo pomeriggio in piazza De Ferrari, davanti al palazzo della Regione, per chiedere all’unisono le dimissioni del presidente della Regione Giovanni Toti, finito agli arresti domiciliari perché nell’ambito dell’inchiesta che ha scosso nelle fondamenta la politica e l’economia ligure, coinvolgendo i vertici politici e operativi dell’amministrazione regionale e gli imprenditori del porto di Genova e dello Spezzino.
Tra i presenti in piazza De Ferrari c’erano tanti studenti, segretari di partito e comitati cittadini: il mondo del centrosinistra e l’associazionismo del capoluogo ligure hanno risposto all’appello dell’associazione civica Genova che osa. La manifestazione è iniziata alle 18 ed è durata circa un’ora per dare spazio ai discorsi.

Tra bandiere, manifesti e striscioni, i messaggi ricorrenti erano contro la mafia e la corruzione, anche in considerazione delle accuse mosse a carico degli indagati a vario titolo, come corruzione e corruzione elettorale aggravata dal favoreggiamento mafioso.
Tra la folla si vedevano il capogruppo della Lista Sansa in Regione, Ferruccio Sansa, e l’eurodeputato spezzino del Pd, Brando Benifei.
“Sono a Genova per un altro impegno – ha spiegato Benifei all’Ansa – ma ho pensato che fosse giusto unirmi a questa protesta perché sono d’accordo con le richieste di queste associazioni di cittadini che chiedono un passo indietro da parte di chi oggi ancora guida la giunta nonostante sia sospesa. Non possiamo tenere la regione in ostaggio di una situazione insostenibile. Non si può fare un consiglio con il presidente agli arresti domiciliari e con un vicepresidente che deve fare i conti con una maggioranza che dovrà rispondere politicamente alle questioni che stanno emergendo. Questo è solo l’ultimo di una serie di eventi che mettono fine all’era Toti”.
Sansa ha aggiunto: “Siamo qui per chiedere di andare avanti completamente. C’è il presidente della Regione agli arresti domiciliari, l’ex presidente del Porto in carcere, un importante imprenditore agli arresti domiciliari. C’è il sindaco Bucci che non è indagato ma aveva voluto Signorini ai vertici di Iren ed è andato a braccetto con tutti i protagonisti di questa vicenda e deve dare spiegazioni, non può fingere di essere sbarcato da Marte cinque minuti fa”.

Intanto sul fronte delle indagini emergono nuovi elementi, a cominciare dalla probabile presenza di una talpa che avrebbe fornito ad alcuni indagati informazioni relative all’attività degli inquirenti.
È un aspetto su cui sta lavorando la Guardia di Finanza, coordinata dai pm Federico Manotti e Luca Monteverde, alla luce di quanto emerso dalle intercettazioni ambientali. In particolare, l’episodio che evidenzia la presenza di una spia risale al settembre 2020, quando i fratelli Testa, ritenuti mafiosi e presenti a Genova per un incontro con la comunità riesi, furono avvicinati da un uomo in felpa e cappello, poi identificato dagli inquirenti: “Vede stanno indagando, non fanno nomi e non parlano al telefono… Stanno indagando”. Per tutta risposta, uno dei due Testa risponde: “Sì, lo so, non preoccuparti… ce l’ho studiato (“spento” in dialetto siciliano)”.
Chi ha fornito informazioni sulle indagini? Gli investigatori ci stanno lavorando.

Intanto, respingendo le accuse piovute da alcune parti sull’operato della procura genovese, il procuratore capo Nicola Piacente ha dichiarato in una nota che l’arresto avvenuto l’altro ieri all’hotel Lolly di Sanremo nei confronti di Toti è avvenuto dopo le 7 al mattino “nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e della dignità della persona”.
“Con riferimento alle notizie diffuse da alcuni organi di stampa in merito all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa il 6 maggio 2024 dal gip del Tribunale di Genova – si legge nella nota di Piacente –, secondo cui l’intervento sarebbe ha avuto luogo alle ore 3,00 del giorno 7 maggio 2024, la Procura della Repubblica ritiene necessario evidenziare che, come risulta dagli atti, gli agenti di polizia giudiziaria del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Genova della Guardia di Finanza hanno intrapreso le operazioni dopo le ore 7,00” .

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV LAVORI IN CORSO IN CORRISPONDENZA DEL VIADOTTO SS7BIS “DI TERRA DI LAVORO”, AD ATRIPALDA (AV) – .
NEXT una domenica dedicata alla solidarietà e al divertimento – .