Suicidi, il ministero risponde agli avvocati di Bologna. Smettila? – .

Suicidi, il ministero risponde agli avvocati di Bologna. Smettila? – .
Suicidi, il ministero risponde agli avvocati di Bologna. Smettila? – .

Il Ministro della Giustizia, attraverso una nota del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ha risposto alle preoccupazioni dell’Ordine degli Avvocati di Bologna in merito alla tragedia dei suicidi, in particolare quello di una donna detenuta nel carcere cittadino ‘La Dozza’, avvenuto nel mese di marzo. Nella nota il Ministero sottolinea l’attenzione al problema e le azioni intraprese per fronteggiare l’emergenza umanitaria negli istituti penitenziari italiani. L’Ordine degli avvocati di Bologna ha però ribadito che le misure attuali potrebbero non essere sufficienti a risolvere il problema in modo completo e duraturo.

Come già riportato da Il Dubbio, nel marzo scorso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bologna ha denunciato con forza le condizioni inaccettabili in cui versano i detenuti del carcere ‘La Dozza’ di Bologna, struttura originariamente pensata per la metà degli attuali detenuti. Si tratta di individui vulnerabili, spesso afflitti da patologie psichiatriche e dipendenze da farmaci, lasciati senza alcun sostegno o speranza di una vita migliore, né dentro né fuori dal carcere. Una denuncia che il Coa bolognese ha diffuso con un comunicato rivolto a tutte le autorità, dalla magistratura di sorveglianza al ministero della Giustizia, evidenziando l’urgenza di un intervento concreto per affrontare la crisi umanitaria nelle carceri.

Il Ministero della Giustizia ha risposto alle preoccupazioni sollevate dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bologna. La nota del Dap fornisce un’analisi dettagliata sul fenomeno del suicidio in carcere e sulle strategie messe in atto dall’Amministrazione per prevenirlo. Il suicidio è un problema complesso influenzato da molteplici fattori, come evidenziato dal Dap. Per affrontare questa sfida, il Dipartimento ha implementato una serie di misure, tra cui un approccio multidisciplinare che coinvolge personale di diversi dipartimenti, formazione del personale sulla prevenzione del suicidio, protocolli per la gestione dei casi a rischio e collaborazione con organismi esterni come le autorità sanitarie e il Consiglio degli avvocati. Inoltre, sono stati aumentati i finanziamenti per i servizi psicologici, a dimostrazione dell’impegno del Dap nel migliorare continuamente i propri sforzi di prevenzione del suicidio. La nota del Dap sottolinea che sono in corso ulteriori iniziative, come la collaborazione con il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi per sviluppare un nuovo strumento di valutazione del rischio e con il Ministero della Salute per implementare soluzioni condivise di prevenzione del suicidio. Il Dap ha contattato diverse istituzioni, tra cui il Consiglio nazionale forense e l’ispettore generale dei cappellani penitenziari, per coinvolgerli nelle iniziative di prevenzione del suicidio.

Nonostante l’impegno del Dap, l’Ordine degli avvocati di Bologna ha espresso profonda preoccupazione per l’aumento esponenziale dei casi di suicidio all’interno degli istituti penitenziari, definendolo una ‘vera tragedia umanitaria’. Nella lettera di ringraziamento al ministro Carlo Nordio, il COA ha sottolineato la drammatica situazione di sovraffollamento, con una media nazionale del 130%, ben al di sopra della soglia che nel 2013 portò alla condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo per trattamenti inumani e degradanti . Gli avvocati bolognesi hanno messo in dubbio l’efficacia delle misure annunciate dal ministro, come la creazione di gruppi di lavoro, l’assunzione di nuovi agenti di polizia penitenziaria e la maggiore sensibilizzazione del personale penitenziario. Pur apprezzando gli sforzi compiuti, ritengono che siano necessari interventi strutturali immediati per evitare ulteriori tragedie.

La lettera ricorda al Guardasigilli il suo dovere di tutelare le garanzie costituzionali e i valori universali della libertà e della dignità umana. Viene sottolineata la necessità di contrastare la deriva populista del diritto penale, che rischia di trasformare le carceri in luoghi di sofferenza intollerabile. Esorta il ministro ad adottare azioni immediate e concrete per garantire condizioni di vita dignitose ai detenuti, a cominciare dall’aumento dello spazio abitativo all’interno delle carceri. Occorre un cambio di rotta che metta al centro la tutela dei diritti umani e la rieducazione dei condannati, come previsto dalla Costituzione. «E poi, signor ministro – scrive il Coa -, non si creda veramente che, soprattutto se non è possibile assicurare nel breve periodo il rispetto del precetto costituzionale, allora misure di clemenza o forme di riduzione di pena conseguenti a buona condotta, può essere considerata una resa dello Stato, come abbiamo avuto modo di apprendere recentemente dalle sue stesse parole”. Infatti, come ben sottolineano i giuristi bolognesi, la cultura giuridica liberale, alla base del nostro ordinamento democratico, non può cedere alle pressioni populiste che vorrebbero trasformare la punizione in vendetta pubblica. La lettera degli avvocati bolognesi rappresenta un forte e chiaro monito alle istituzioni affinché intervengano con urgenza per porre fine al dramma dei suicidi in carcere. Il rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali non può essere sacrificato sull’altare del populismo o della mera gestione dell’emergenza.

 
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