Qual è il miglior kebab di Palermo? Ti consigliamo di provare GIU – .

Maziar e Farhad Firouzi (Foto www.cucinartusi.it)
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Non è facile trovare un kebab che rispecchi davvero la tradizione da cui proviene, spesso si tratta infatti di prodotti industriali preparati con carni di allevamenti intensivi che non rispettano alcuna regola della buona tavola, tanto meno la religione islamica, ma Palermoper fortuna c’è il “kebab con amore” Di giugno.

Giu Kebab è un piccolo ristorante mediterraneo (Via Isidoro La Lumia n.94 – 351 968 3386) ideato e gestito da tre fratelli Farhad, Maziar e Shain Firouzinato a Palermo dal padre iraniano, trasferitosi nel 1981 in seguito alla rivoluzione komeinista del 1979.

I tre fratelli sono figli d’arte, la madre infatti ha gestito il ristorante per molti anni Laboratorio di Porta Felice nel centro storico di Palermoun’esperienza che, volenti o nolenti, li ha coinvolti nella vita di ristoratore, ma a tutto questo hanno aggiunto anche le proprie esperienze condotte in Europaanche in ristoranti di un certo rilievo, dando così vita ad un originale mix di tradizioni e culture euro-asiatiche, ma solo due anni fa i tre fratelli decisero di tornare Palermo e per iniziare una nuova avventura, questa volta tutti insieme perché come ci ha raccontato MaziarL’unità fa la forza.

Gli interni di Jun Kebab (Foto www.cucinartusi.it)

Fin dall’inizio l’obiettivo è stato chiaro, offrire prodotti il ​​più possibile genuini e rispettosi degli animali, aspetto della loro cucina ottenuto attraverso la preparazione delle salse, del pane, la selezione degli ingredienti e la scelta della macellazione halal per le carni. Halal è una parola araba che in generale si può tradurre con “lecito”, nel caso degli alimenti e della carne in particolare definisce un preciso codice di comportamento che comprende le regole per una corretta alimentazione, effettuata per lo più in natura, ma anche una più lunga vita possibile per gli animali, si tratta di caratteristiche molto interessanti per i consumatori che vogliono nutrirsi con prodotti genuini. A queste regole, da giugnoaggiungiamo anche l’origine locale o italiana di molti ingredienti, anche i ceci e la loro farina sono coltivati ​​in Italia, ma soprattutto la cottura sottovuoto a bassa temperatura e successivo abbattimento delle carni utilizzate nel kebab, tecniche di alta cucina con la massima garanzia di corretta conservazione e preservazione delle caratteristiche nutrizionali ed organolettiche.

Il kebab di Jun con la sua classica Pita (Foto www.cucinartusi.it)

L’abbiamo assaggiato il kebab con l’agnello e la sua pitail classico panino che lo accompagna che manco a dirlo è preparato anche da giugno con farina tipo 0 e farina semintegrale. All’interno, insieme a circa 130-150 grammi di carne, abbiamo trovato verdure varie, insalata verde, cavolo, pomodoro, cetriolo, cipolla e soprattutto la delicata salsa libanese che ci ha ricordato la freschezza di quella greca, sapori fusi in un insieme mai aggressivo, tra cui spicca a volte quello di agnello.

Inoltre, considerando il peso e la natura degli ingredienti: verdure, carni bianche e carboidrati, siamo sicuri che sia il kebab giugno farebbe contenti molti nutrizionisti, di conseguenza la nostra salute e anche il nostro portafoglio perché costa solo 7 Euro, ponendosi quindi al secondo posto ad un buon hamburger, ma difficilmente conosceremo l’origine degli ingredienti, i metodi di allevamento e i processi produttivi delle carni rosse utilizzate. Insomma, il kebab di giugno non può certamente essere paragonato a nulla di fast food che comunemente ci viene offerto.

Il kebab viene proposto in diverse varianti, con l’agnello, con il pollo, oppure con un mix delle due carni, ma anche in versione vegetariana/vegana con il tofu, anche questo preparato da Jun partendo dalla soia. Completano il menù alcune zuppe, quelle tenere “Arrosticini di Entrana” (diaframma), l'”Hummus”i “Falafel”, quelli molto piccanti “Patate Za’atar” in tre tempi di cottura, gli involtini di origine greca chiamati “Spanakopita” che ricordano molto gli involtini primavera, i “Tabulè” e, solo il giovedì, un piatto dedicato alla cucina persiana.

Anche nelle bevande giugno si distingue per i vini naturali e le birre artigianali, purtroppo con pochissime etichette, ma come già accennato lo spazio nel locale è limitato. Il successo ottenuto da Giu Kebab avrà presto, si spera entro la fine di maggio, comunque prima dell’estate, una nuova e soprattutto più grande sede a Piazza Messinain zona centrale e turistica ViaRomadove l’offerta sarà ampliata e gli spazi saranno più confortevoli, non vediamo l’ora di provare altri piatti frutto delle piccanti esperienze dei tre fratelli Firouzi.

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