Donata Columbro chiude la mostra ‘Parentesi’ – .

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L’AQUILA – Donata Colombo – Si è conclusa ‘Parentesi’, la rassegna di letteratura scientifica aperta al pubblico e promossa dal Gssi in collaborazione con l’Università dell’Aquila, giunta quest’anno alla seconda edizione.

A partire dallo scorso marzo, ha visto cinque appuntamenti organizzati alla libreria Colacchi con un format ormai consolidato: autorevoli comunicatori scientifici hanno presentato i loro lavori rispondendo alle domande di docenti e studenti del Gssi.

A chiudere la manifestazione di ieri è stata la giornalista, scrittrice e divulgatrice Donata Columbro. Femminista molto attiva sui temi della discriminazione, in particolare con riferimento alla parità di genere, e al ruolo delle donne nelle STEM, Columbro ha spiegato che i dati sono costrutti umani e sociali, influenzati dalle scelte e dalla storia personale di chi se ne occupa.

In ogni fase del processo che porta al risultato finale, ha spiegato il giornalista, c’è l’intervento umano, influenzato dal contesto e dalla storia personale di chi si occupa di queste tematiche.

I dati aiutano a creare una narrazione di un fenomeno. Pertanto, raccogliendo solo alcuni dati piuttosto che altri, si crea un divario che aumenta la discriminazione perché nessuno si occuperà di un problema “nascosto”.

La professoressa del Gssi Carmelo Evoli ha parlato del suo libro dal titolo eloquente ‘Quando i dati discriminano’ pubblicato da Il Margine Editore e le ha rivolto delle domande.

Quando i dati discriminano (Il Margine Editore)

“I dati non esistono in natura, non possiamo raccoglierli se prima non vengono prodotti. Ma se la natura può in qualche modo produrre frutti e fiori senza il nostro intervento, con i dati ciò non avviene mai. Perché allora siamo ancora molto legati ad espressioni come “lo dicono i dati” o “data drive” come sigillo di qualità di un progetto, di un rapporto o anche di un programma politico?”

Quando tutte le nostre decisioni si basano su dati perché cerchiamo l’obiettività, ma ignoriamo il contesto, possiamo affrontare enormi malintesi e concludere che questa obiettività – in definitiva – non esiste.

Donata Columbro indaga a fondo il lato inconscio dei dati influenzato dal contesto in cui vengono raccolti, illustrando come sia fondamentale riconoscere la presenza di bias nell’elaborazione dei dati e come sia necessario bilanciare gli insiemi di dati. Chi ha il potere di raccogliere e analizzare i dati? E chi, invece, non ha assolutamente questo potere? Il volume invita i lettori a impegnarsi affinché i dati non diventino un amplificatore di discriminazioni, danneggiando comunità o gruppi ai margini della società.

Donata Colombo

Giornalista, comunicatore e scrittore. Collabori con ‘Internazionale’ e ‘La Stampa’, per cui curi la rubrica Data Storie. È professore a contratto per l’Università IULM di Milano e per l’Università della Svizzera Italiana a Lugano. Insegni data journalism al Master of Journalism della LUISS di Roma e ogni mercoledì pubblichi una newsletter su dati, algoritmi e tecnologia.


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