“È il fascismo di oggi”. Poi vanno ad occupare La Sapienza – .

“È il fascismo di oggi”. Poi vanno ad occupare La Sapienza – .
“È il fascismo di oggi”. Poi vanno ad occupare La Sapienza – .

La ministra Eugenia Roccella è stata contestata da un gruppo di studenti durante il suo intervento agli Stati Generali di Natalità. Una cinquantina di giovani provenienti da tutta Italia del movimento transfemminista Aracne hanno esposto cartelli con la scritta “Decidiamo sul nostro corpo”, lanciando slogan contro le scelte del governo sui consultori. Dapprima la ministra ha provato a continuare il suo discorso, poi si è alzata: “Non vedo cosa c’è scritto, cosa c’è scritto?”.

Poi evidentemente qualcuno ha letto i cartelli e a quel punto, rivolgendosi ai manifestanti, ha provato a mediare: «Ragazzi, ma siamo d’accordo. Nessuno ha detto che qualcun altro decide del corpo delle donne, assolutamente nessuno”. E ancora: «Siamo qui per questo, perché le donne non decidono del proprio corpo. Non decidono pienamente, liberamente, se vogliono avere figli, abbiamo questo problema”. A quel punto Gigi De Palo, presidente della Natality Foundation e moderatore del dibattito per l’occasione, è intervenuto proponendo al ministro di far salire sul palco uno dei manifestanti in rappresentanza del gruppo di studenti che animava la protesta.

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La ministra accetta e così una studentessa la raggiunge, ma decide di non partecipare al dibattito, limitandosi a leggere un documento sul diritto all’aborto e sull’educazione sessuale e affettiva. Roccella ha provato a replicare ma dal fondo della platea, dove si erano radunati gli studenti, si è levato il coro di “Vergogna, vergogna”. E così il ministro ha deciso di abbandonare la manifestazione. Poco dopo si è sfogata sui suoi social invitando “i corridori della libertà” (citando Schlein, Scurati, Saviano, Lagioia e Valerio) a esprimerle solidarietà per l’episodio della “censura”. Poi da Vespa a «Cinque minuti» hai spiegato che l’equivoco sulla disponibilità delle donne del proprio corpo «credo derivi dall’emendamento che è stato fatto in Parlamento, ma noi abbiamo sempre difeso il 194». In serata gli stessi che contestavano il ministro si sono uniti agli “occupanti” della facoltà di Scienze politiche della Sapienza di Roma.

Non è la prima volta che Roccella viene contestata. Circa un anno fa la ministra era al Salone del Libro di Torino per presentare il suo volume “Una famiglia radicale” quando il suo discorso fu interrotto da un gruppo di attivisti di “Extinction Rebellion” e “Non una di meno” costringendola ad abbandonare il palco.

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Per un Roccella che ieri non ha potuto parlare, c’è uno Sgarbi che domenica non parlerà. Già, perché l’ex sottosegretario, oggi candidato al Parlamento europeo, si è visto annullare alla Fiera del Libro di Torino la presentazione del suo ultimo libro su Michelangelo «Stupore e paura». La ragione? Lo ha spiegato Annalena Benini, direttrice del Salone. «Noi seguiamo le regole della campagna elettorale. Quindi i candidati politici, mi sembra anche una questione di eleganza, non possono presentare i libri”. Ma per il critico d’arte è una scelta assurda: «La Fiera del Libro è a Torino e io mi candido alle europee del Sud». E ancora: «Sono 36 anni che non manco all’appuntamento di Torino e sono sicuro che tra tanti anni avrò occasioni elettorali». Per Sgarbi la parità di condizioni estesa anche alle occasioni non televisive «è un segnale inquietante per la riconosciuta contrapposizione tra politica e cultura, di cui sono stato vittima negli ultimi tempi». Per l’ex segretario si tratta di un meccanismo che “sancisce incompatibilità dannose e, attraverso divieti e limitazioni, invece di garantire parità di diritti, impone falsi doveri”

 
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