TELEFONATA CON DI GIOSIA REGISTRATA DA D’ALFONSO, LA PROCURA DI TERAMO HA APERTO UN’INDAGINE

TERAMO – La Procura di Teramo ha aperto un’indagine contro ignoti, a seguito della denuncia presentata dall’Azienda Sanitaria Locale di Teramo, per la registrazione di una conversazione privata, poi divulgata dal deputato del Pd, Luciano D’Alfonsoex presidente della Regione, con il direttore generale, nella Lega, Maurizio di Giosia.

Le indagini sono condotte dalla Guardia di Finanza che ha sentito diverse persone.

Un episodio che aveva infiammato la campagna elettorale delle regionali, che hanno poi riconfermato il centrodestra Marco Marsiliodi Fdi, contro il candidato largo del Pd, Luciano D’Amico.

L’ex presidente della Regione aveva preso di mira Di Giosia, per la sua “non parzialità”, da tecnico, durante la campagna elettorale, e dopo aver inviato una lettera a tutti i dirigenti dell’Asl, aveva anche organizzato un comizio itinerante, fuori dalla sede dell’ASL di Teramo, con dieci domande da sottoporre a Di Giosia, in particolare riguardanti alcune partecipazioni del DG a manifestazioni elettorali del centrodestra. E ha quindi indetto un comizio, con carriole a megafono, annunciato anche dal misterioso deputato Giustinella di Roccacasaleper “salvaguardare la libertà degli operatori sanitari e il diritto alla salute tutelato dalle prepotenze della Regione al di sotto degli standard”.

È stato però lo stesso Di Giosia ad annunciare la denuncia in un comunicato ufficiale dell’Asl.

Ecco i passaggi salienti: “Sono stato destinatario di una telefonata, durata alcune decine di secondi, del senatore D’Alfonso, poi diffusa, in circostanze che l’autorità inquirente potrà chiarire, dove vengono commessi i reati, ad un numero enorme di persone, pur dovendo mantenere la riservatezza come si conviene ad ogni corrispondenza”.

E aggiungeva: «A tutela della mia reputazione, sento il bisogno di precisare che la telefonata, come avviene per ogni breve conversazione, è avvenuta attraverso una sorta di sovrapposizione di registri e di contenuti comunicativi: da parte mia ho voluto subito rassicurare il senatore, proclamato nella lettera tutore della legalità, che non avrei preso (come credo non abbiano preso i miei colleghi) alcuna iniziativa irrispettosa della legge o con il vago sentore di partecipazione alla politica”.

E ancora, “le mie dichiarazioni telefoniche, nella fitta trama di un dialogo durato pochi istanti, si sono però rivelate incongruenti con il nucleo del messaggio, intessuto con una tecnica allusiva. Dopo avermi esortato a ‘distinguermi’, il senatore D’Alfonso ha aggiunto: ‘Voglio salvare Maurizio Di Giosia per favore… non possiamo ripartire da zero, voglio salvaguardare la vostra autonomia’”, Dichiarazioni, Di Giosia ha commentato che “Io L’esortazione «ti raccomando», ripetuta più volte, priva di oggetto, sembrava non essere in linea con l’etica legalistica che ispirava la lettera del 28 febbraio. Il senatore D’Alfonso, che non ha alcun ruolo nella politica sanitaria regionale, ha espresso una volontà salvifica (“Voglio salvare Maurizio Di Giosia, non possiamo ripartire da zero, voglio salvaguardare la vostra autonomia”) che nell’apparente ambivalenza mi devo ritenere che propenso alla prospettiva di una futura conferma nella mia funzione anche nel caso di un cambio di colore della regione a seguito dell’esito della consultazione elettorale, visto lo stretto collegamento con l’espressione ‘mi raccomando’ ripetuta , senza oggetto diretto, nella conversazione per un lungo periodo cinque volte”.

A esprimere piena solidarietà a Di Giosia è stato, come previsto, anche il candidato alla presidenza Marsilio, parlando di un direttore generale “minacciato, blandito e successivamente sottoposto alla diffusione di una conversazione privata evidentemente volta a minarne la reputazione e l’onorabilità”, accusando D’Alfonso del “tentativo continuo di provocare risse, di abbassare il livello dello scontro, di inquinare con palesi menzogne ​​i pozzi di una campagna elettorale civile”.

La replica di D’Alfonso non si è fatta attendere: «Il presidente fuori carica parla molto di minacce e aggressioni, evocando anche l’intervento dei giudici. Lo rassicuro: non minaccio né attacco nessuno, ma non posso restare in silenzio di fronte ad irregolarità di varia natura compiute violando le istituzioni”.

E ha aggiunto: “a proposito di interventi della magistratura, sarebbe opportuno indagare sul ‘non cantiere’ allestito davanti alla sede dell’ASL San Valentino, che non ha le carte in regola per il piano di sicurezza dei ponteggi, e forse anche su quello per l’ampliamento della pista dell’aeroporto d’Abruzzo, rimasta apparentemente deserta dopo l’inaugurazione in picche magna”.

TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Scaricalo in PDF©

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Ladri in azione a Gragnano, contanti bancari sequestrati in 5 minuti – .
NEXT Al Festival dell’Economia di Trento un panel in onore di Carlo Borzaga – .