chiede soldi in sedia a rotelle “per una visita a Udine” poi sale in macchina con le sue gambe – .

chiede soldi in sedia a rotelle “per una visita a Udine” poi sale in macchina con le sue gambe – .
chiede soldi in sedia a rotelle “per una visita a Udine” poi sale in macchina con le sue gambe – .

SACILE – L’elemosina intelligente al lavoro a San Michele. È successo ieri mattina, quando Cristina L., titolare di un noto centro estetico a Sacilenonostante fosse chiuso in quel momento vide suonare il campanello dell’ufficio accanto a una coppia. «L’avevo già notata andare avanti e indietro per i negozi: quando suonarono alla mia porta non era più sola, spingeva una sedia a rotelle su cui si trovava un uomo tra i 40 ei 45 anni». La pratica di quella che Cristina si rende subito conto essere una truffa è sempre la stessa: uno sguardo volto alla pietà, l’aiuto medico e una storia toccante. «Mi dice che deve andare a Udine per una visitama lui me lo dice non hanno abbastanza soldi per fare il pieno alla loro macchina e, in sostanza, mi chiedono se posso dargli dei soldi”. Per fortuna non vengono fatti entrare e, anzi, Cristina rifiuta educatamente la loro elemosina. Incuriosita, si chiede allora in giro, tra i negozi e la farmacia che compongono quel piccolo complesso commerciale che si affaccia su una rotonda, per vedere se altri hanno ricevuto la stessa richiesta. Si imbatte in due donne delle pulizie che, con la loro testimonianza, confermano i suoi sospetti: hanno visto la coppia arrivare in macchina e lui scendere tranquillamente con le sue gambeandare avanti sedia a rotelle solo una volta raggiunto l’inizio del corridoio commerciale.

L’IDENTITKIT

Confermando il perfetto stato delle sue gambe, dopo aver chiamato l’estetista il soggetto è salito tranquillamente in macchina da solo e ha iniziato a guidare. Puntano al vicino parcheggio della Coop, alla ricerca di qualche altro buon cuore da tradire con la loro famigerata menzogna. Purtroppo, nessuno dei testimoni aveva il cellulare a portata di mano, anche se l’occhio attento di Cristina ha scattato una foto precisa di entrambi. «Lei, sulla quarantina, con lunghi capelli neri, indossava jeans con scarpe da ginnastica nere e una maglietta e un cappello di tela in testa. Sembrava piuttosto alto, con capelli corti e ondulati castano chiaro, pelle olivastra, indossava una maglietta bianca, pantaloni grigio scuro e scarpe da ginnastica. Portava anche un orecchino all’orecchio sinistro e aveva, o forse imitava, un accento del sud”.

L’AUTO NERA

Per rendersi meno identificabile si è cambiato anche la camicia, come hanno osservato i due addetti alle pulizie. Sono stati visti allontanarsi a bordo di una Mercedes, anch’essa nera, che avevano parcheggiato contromano nello stretto spazio antistante i negozi. Nella bocca di chi li ha visti e ne ha capito l’inganno, il sapore amaro di una truffa che disturba non per l’esiguità dei soldi rubati, ma per le tragedie che fanno venire in mente chi le vive davvero.

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Il Gazzettino

 
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