Pfas in Veneto, uno studio di epidemiologia ambientale correla la causalità di oltre 4000 morti in 38 anni – .

di Cristiano Colalto

10 MAGGIOCaro Direttore,
Vorrei attirare l’attenzione dei vostri attenti lettori su un recente studio dell’Università di Padova condotto dal prof. Annibale Biggeri ha pubblicato sulla rivista internazionale Environmental Health il 16 aprile 2024, che ha raccolto dati su quasi 60.000 decessi tra il 1980 e il 2018 in una coorte di popolazione scelta con particolare meticolosità. L’importanza della modalità di stratificazione dei dati e della scelta di includere i soggetti in base a criteri di nascita, residenza e morte che prendessero in considerazione la zona rossa di contaminazione, rappresenta il fulcro centrale della validità esterna dei dati generati e dei risultati emersi nella pubblicazione. È importante inoltre sottolineare che la validità interna dello studio è garantita dai dati ottenuti da organismi e registri pubblici di controllo, tra cui il Servizio Statistica (STAT) dell’ISS che si conferma un ottimo strumento di ricerca pubblica. La popolazione di controllo, rispetto alla quale sono stati confrontati i dati, è stata scelta con criteri scientifici incontrovertibili, con criteri di inclusione riconosciuti a livello internazionale e per garantire la robustezza dei risultati.
Questo studio dimostra l’indiscutibile nesso causale tra l’esposizione alle Sostanze Perfluorurate Alchilate (PFAS) presenti come contaminanti ambientali nell’area della “zona rossa” tra le province di Verona, Vicenza e Padova e il significativo aumento della mortalità per malattie cardiovascolari e neoplastiche (tumori ai testicoli e carcinoma renale). Non solo, nell’interpretazione dei dati emerge la conferma di informazioni già presenti in letteratura: è stato osservato un effetto protettivo nelle donne in età fertile. Tuttavia questo fenomeno potrebbe essere attribuito al trasferimento, già ampiamente documentato in letteratura scientifica, dei PFAS dal sangue materno al feto durante la gravidanza e l’allattamento, nonché alla conseguente diminuzione dei livelli di PFAS nelle madri ma con accumulo nella placenta. Secondo uno studio olandese del 2022 condotto dal Prof. van Beijsterveldt dell’Erasmus University Medical Center/Sophia Children’s Hospital di Rotterdam, questo accumulo sembra essere il principale meccanismo alla base dell’esposizione a contaminanti nelle prime fasi della vita.

Non è stato oggetto della ricerca condotta dall’Università Patavina, ma è interessante notare che l’esposizione continua a queste sostanze nei primi anni di vita è stata associata alla possibile insorgenza di sintomi di ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività). di attenzione/iperattività) secondo uno studio epidemiologico del Prof Inhyang Kim dell’Hanyang University Medical Center di Seoul nel 2023, confermando altri studi epidemiologici sull’esposizione prenatale condotti in precedenza da altri autori. Inoltre, la neurotossicità di queste molecole è già nota in campo preclinico grazie al modello sperimentale Zebrafish, caratterizzato da un’elevata prevedibilità per l’ADHD e per gli effetti in generale sul sistema nervoso centrale. Questi modelli di ricerca traslazionale costituiscono senza dubbio una base di ipotesi su cui costruire nuovi studi epidemiologici, anche per il Veneto.

Vorrei portare all’attenzione dei vostri lettori che oltreoceano l’EPA (Environmental Protection Agency degli Stati Uniti) ha già stanziato 1 miliardo di dollari per affrontare il problema della contaminazione attuando una strategia road map. Da notare che queste sostanze sono chiamate “sostanze chimiche per sempre” vista la persistenza di questi contaminanti nell’ambiente e di conseguenza nell’uomo. Alla luce di questi dati, magistralmente raccolti e organizzati dai ricercatori Patavini, auspico che ci sia una forte consapevolezza dell’emergenza epidemiologica da parte dei decisori, ad ogni livello, affinché non ci siano più alibi, ritardi e rinvii e che si possa attuare quanto prima una strategia nazionale di intervento e prevenzione che metta al centro la persona, la maternità, l’infanzia e l’ambiente. Arte. 32: La Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività.

Cristiano Colalto

10 maggio 2024
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