“CIBO SOS MADE IN ITALY; DAI SEMAFORI AI FALSI” – .

Olio extravergine di oliva come quello pugliese contrassegnato dal bollino giallo, etichette allarmistiche sui vini che dopo l’Irlanda arrivano anche in Belgio, esportazioni di frutta e verdura di IV gamma messe a rischio dalla direttiva sugli imballaggi e prodotti importati dall’estero che diventano magicamente Italiano grazie alla lavorazione minima. Sono gli attacchi al Made in Italy a tavola, denunciati dalla Coldiretti al Cibus di Parma, il Salone Internazionale dell’Alimentazione di Parma (Padiglione 8 Stand K024).

Dall’olio extravergine di oliva ai formaggi e salumi, sono solo alcuni dei prodotti di qualità Made in Italy a tavola respinti a priori dall’etichetta colorata nutriscore che rischia di imporsi in Europa, con le etichette allarmistiche che, basandosi sulla presenza di alcune sostanze calcolate su 100 grammi di prodotto e non sulle quantità effettive utilizzate, privilegiano prodotti artificiali di cui in alcuni casi non se ne conosce nemmeno la ricetta e finiscono paradossalmente per escludere cibi sani e naturali – afferma Coldiretti Puglia – con grave danno alla del sistema agroalimentare italiano in un momento in cui potrebbe rappresentare il volano di un piano strategico di internazionalizzazione per incrementare la presenza del Made in Italy sui mercati esteri. Alcuni gioielli del Made in Italy a tavola sono classificati con la lettera “E” in rosso (il “voto” peggiore) ma lo stesso olio extravergine di oliva, riconosciuto da tutti come elisir di lunga vita, può vantare solo una “C”. ” mentre bevande gassate e cibi ultraprocessati di cui spesso non si conosce nemmeno la ricetta vengono promossi a pieni voti con il bollino verde e la lettera “A”. Un rischio anche per la salute dei consumatori che la prossima Commissione Europea dovrà definitivamente scongiurare.

Nonostante i risultati ottenuti dalla Coldiretti con le mobilitazioni di Bruxelles, dal ritiro della direttiva agrofarmaci alla semplificazione della Pac, solo per citarne alcuni, sono diversi i fronti ancora aperti che minacciano i primati del settore agroalimentare italiano. Un esempio è il sistema Nutriscore, l’etichetta a semaforo che sembrava congelata, ma alla quale il Portogallo ha recentemente aperto le porte, unendosi a Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. Un sistema sostenuto dalle multinazionali che penalizza i prodotti simbolo della Dieta Mediterranea, non fornendo informazioni ma lanciando l’allarme su alcuni prodotti per influenzare le scelte alimentari dei cittadini. E infatti i colori dei semafori, giallo, rosso e verde, vengono utilizzati per indicare la salubrità del cibo, concentrandosi solo su alcuni nutrienti come zucchero, grassi e sale, ma senza tenere conto delle quantità consumate.

Ma la nuova Unione che uscirà dalle urne a giugno è chiamata anche a garantire maggiore trasparenza su ciò che portano in tavola i suoi cittadini, sostenendo la proposta di legge europea promossa dalla Coldiretti per introdurre l’obbligo di indicare l’origine sull’etichetta di tutti gli alimenti il mercato. Al Cibus la Coldiretti ha portato alcuni esempi dei prodotti rinvenuti durante la Mobilitazione del Brennero, dove diecimila agricoltori hanno controllato insieme alle forze dell’ordine il contenuto di camion e autocisterne. Si va dai pomodori San Marzano olandesi alle cosce di maiale danesi pronte a diventare prosciutti tricolori, fino ai formaggi che ricordano le Alpi ma prodotti nel Nord Europa. Il tutto sfruttando l’ultima regola di trasformazione prevista dall’attuale codice doganale alimentare che consente ai prodotti esteri di diventare italiani al 100% con lavorazioni anche minime.

Se l’azione della Coldiretti ha salvato bottiglie di vino e vasi di fiori dal buio, restano in bilico frutta e verdura di IV gamma, dove il futuro dell’insalata in buste o delle confezioni di pomodorini è affidato alle esenzioni a livello nazionale. Il rischio è una miriade di posizioni diverse che potrebbero danneggiare soprattutto l’export di prodotti ortofrutticoli italiani.

Inoltre, la follia delle etichette allarmistiche sul vino rischia di dilagare anche dopo che l’Irlanda ha ottenuto il via libera dalla Commissione Europea per adottare allarmi terroristici sulle bottiglie di vino e birra che non tengono conto delle quantità e con il Belgio che ha annunciato l’intenzione di seguire lo stesso sentiero.

La Coldiretti si batte a tutti i livelli per arginare alcune distorsioni comunitarie che minacciano il futuro del settore agroalimentare nazionale, provocando il collasso della produzione e mettendo in contrapposizione agricoltura e ambiente, auspicando che la futura Commissione faccia scelte più consapevoli e non ideologiche , risolvendo i problemi ancora aperti che gravano ancora sui bilanci delle aziende agricole europee, ma anche affermando i principi di reciprocità delle regole e di trasparenza verso i cittadini su ciò che portano in tavola. Un obiettivo che la Coldiretti sostiene con un’ampia raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che impone l’obbligo di indicare l’origine su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue.

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