Pisa, nuovo attentato alla psichiatria. Cosa è cambiato dopo la morte di Barbara Capovani? Il Mar Tirreno – .

Pisa, nuovo attentato alla psichiatria. Cosa è cambiato dopo la morte di Barbara Capovani? Il Mar Tirreno – .
Pisa, nuovo attentato alla psichiatria. Cosa è cambiato dopo la morte di Barbara Capovani? Il Mar Tirreno – .

PISA. Ancora un attentato nel reparto di psichiatria dell’ospedale universitario pisano. Due infermieri si sono trovati faccia a faccia con un paziente psichiatrico uscito da poco dal Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC) di Santa Chiara.

Invece di lasciare l’ospedale, l’uomo sarebbe entrato negli spogliatoi del reparto di psichiatria, dove avrebbe poi lasciato dietro di sé anche uno zaino. Qui ha preso a calci porte e mobili, danneggiandoli, e ha strappato un estintore che avrebbe lanciato contro gli armadietti. Due infermieri sono entrati nei loro spogliatoi e se lo sono trovati davanti armato di cavatappi o di cacciavite. Immediata è stata allertata la polizia ma quando la pattuglia è arrivata al Santa Chiara il paziente era già scomparso e almeno inizialmente non è stato possibile rintracciarlo, anche se il personale ospedaliero sa chi è. L’episodio ha lasciato il segno anche se i pazienti psichiatrici possono avere reazioni imprevedibili e violente.

A denunciare l’accaduto Daniele Carbocci, segretario provinciale del Nursind, il sindacato degli infermieri. Le foto dei danni parlano da sole. E si aggiungono ai racconti di chi, suo malgrado e mentre era in servizio, si è trovato a dover fare i conti con il malato, seguito dalla psichiatria. «Non è la prima volta che ciò accade – dice Carbocci – e non mi sembra che finora siano state adottate misure adeguate per garantire la sicurezza dei lavoratori. I protocolli da soli non bastano, è giusto firmare impegni per garantire la sicurezza degli operatori sanitari ma poi qualcosa deve cambiare, servono anche misure concrete”. Su questo fatto, ma anche su altri, Carbocci richiama l’attenzione dell’Azienda sanitaria. «La polizia è intervenuta ma non subito – aggiunge Carbocci – Nel frattempo gli operatori hanno vissuto momenti di grande apprensione. Tra l’altro, da quanto ho capito, il paziente è già stato denunciato per un episodio simile”.

È passato poco più di un anno dall’uccisione dello psichiatra dell’SPDC Barbara Capovani, il 23 aprile 2023 per mano di un paziente. Sono tante le iniziative per dire no alla violenza contro i medici. Ma i numeri rivelano una situazione sempre più grave. Secondo l’Inail ogni anno si registrano oltre 2mila casi di violenza in sanità. Seimila nel triennio 2020-2022, con un incremento del 14% rispetto al triennio precedente. Solo nel 2023 si conteranno circa 2300 casi, di cui altrettanti più lievi e non denunciati. Di tutti questi, il 34% avviene in ambito psichiatrico e il 21% al pronto soccorso secondo i dati del sindacato dei medici Anaao-Assomed.

 
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