Arrestato per introduzione di droga il cappellano del carcere di Velletri, per anni parroco a Latina.

IL CASO Doveva essere un pacco contenente il necessario per i detenuti e invece al suo interno c’era della droga. Molto. La sorpresa della polizia penitenziaria è stata enorme…

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IL CASO

Doveva essere un pacco contenente il necessario per i detenuti, e invece all’interno c’erano dei medicinali. Molto. Lo stupore della polizia penitenziaria fu enorme quando scoprì che a introdurre la sostanza stupefacente nelle mura del carcere erano coloro che avrebbero dovuto fornire assistenza spirituale e favorire il reinserimento sociale. Sarebbe stato infatti il ​​cappellano della casa circondariale, sacerdote 63enne, parroco dell’istituto salesiano di Genzano, a portarla nel carcere di Velletri. Quello che è finito in manette è stato Maurizio Verlezza, parroco del centro religioso di via Mazzini e direttore dell’oratorio Don Bosco, figura conosciuta in tutto il Paese per la sua attività nel campo del volontariato. Don Maurizio, divenuto da poco parroco del carcere di Veliterna, è stato trovato in possesso di quasi un chilo di marijuana, oltre cinquanta grammi di cocaina e, dopo la perquisizione del suo appartamento all’interno della struttura salesiana dei Castelli, anche di un’ingente somma di denaro. . Nel pacco, accuratamente nascosti tra indumenti e oggetti per l’igiene personale, gli agenti hanno rinvenuto anche due smartphone, sequestrati dalla sicurezza, che probabilmente sarebbero stati utilizzati per comunicare con l’esterno. L’arresto del religioso 63enne ha sconvolto la comunità dei fedeli di Genzano che da anni lo considera un solido punto di riferimento, tanto che c’è incredulità e nessuna voglia di commentare.

PAESE SOTTO SHOCK

Dopo i controlli, come di consueto, è stata disposta una perquisizione presso l’abitazione del parroco: nell’istituto religioso sono stati rinvenuti e sequestrati oltre ventimila euro in contanti, nascosti nell’alloggio occupato dal parroco, già preside della chiesa di San Marco in latino. La figura del cappellano negli istituti penitenziari rientra nel percorso rieducativo in quanto garantisce il sentimento religioso di ciascun detenuto: per legge esercita il diritto di visitare ciascuna cella senza essere accompagnato da ufficiali, proprio per garantire la massima riservatezza sia durante la sacramento e durante il colloquio con il detenuto. L’operazione della polizia penitenziaria rientra nell’attività investigativa svoltasi in carcere, dove precedentemente era stata introdotta della droga da una madre in visita al figlio detenuto: la donna è stata scoperta e arrestata. Il sacerdote è stato portato in carcere in attesa di essere ascoltato dall’autorità giudiziaria di Velletri.

PRECEDENTE

Non è il primo caso di cappellani coinvolti in scandali simili: due anni fa in Sicilia fu arrestato un francescano che, tra l’altro, prima di indossare l’abito talare, aveva fatto il carabiniere. Pochi giorni fa un sacerdote straniero, Milan Palkovic, 58 anni, in visita a Roma con un gruppo di connazionali, è stato bloccato dagli agenti della Polizia di Stato in piazza San Pietro con una pistola ad aria compressa (carica) insieme a un cacciavite e un taglierino. Il religioso aveva tentato di giustificarsi, ma non è stato creduto dai carabinieri del commissariato di Borgo, che lo hanno denunciato a piede libero. Ma gli investigatori sospettano che in realtà la borsa con la pistola appartenesse a uno dei pellegrini sui quali sono stati effettuati gli accertamenti per comprendere meglio l’accaduto. Il sospetto è che il vero proprietario dello zaino e del suo contenuto sia stato il turista che era accanto al religioso e che potrebbe averlo consegnato al sacerdote per eludere i controlli di sicurezza all’interno delle mura vaticane.
Karen Leonardi
© TUTTI I DIRITTI RISERVATI

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Il Messaggero

 
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