“Quello che ha scritto Toni” – Libero Quotidiano – .

Lo scoppio molto velenoso di Antonio Scurati SU Repubblica con cui ha espresso con disinvoltura la sua opinione a suon di insulti sulle inchieste in Liguria non è passata inosservata. Noi di Gratuito ieri ci siamo divertiti a contare le pillole di odio seminate dallo scrittore in poche righe. Un elenco infinito di luoghi comuni che Giuliano Ferrara ha provato anche sul Foglio. E così mette nel mirino lo scrittore: “Com’è l’Italia? È “questo” è “nostro”, è “meraviglioso e miserabile”. è “buio”, è “sporco”.

Poi lo schernisce pesantemente: Nei resoconti dell’Ovra degli antifascisti c’era scritto: “Probabile cocainomane, dedito alla stretta di mano”. Toni si dedica alla lotta alla spoliazione, che è naturalmente “ostinata”, e decreta che il gruppo Toti è una banda di “nemici del popolo”. La strage è “spudorata”, “imperterrita”, “grottesca” (tricolon). Il politico corrotto parla al telefono “trascurato come un satrapo sazio e ignobile” (dicolon con sospetto di tri). La meschinità è “morale” e “spietata”.

E ancora: “L’unica frase sensata dell’invettiva di Toni è tra parentesi, e tutto il resto dipende da essa: “(ovviamente, secondo l’ipotesi di reato formulata dalla Procura di Genova)”, e tra parentesi nemmeno un aggettivo”. Infine la stoccata più pesante: “Toni può sbagliare la data di Caporetto o mettere l’elettricità alla Scala nell’Ottocento, ma questo è un peccato veniale, la sua opera magnum su Mussolini ha avuto un meritato successo tra un popolo di poeti e artisti di eroi”. di santi di pensatori di scienziati di navigatori di trasmigratori di divulgatori, dove trionfano Barbero e Augias. L’aggettivazione indignata è invece un peccato mortale contro lo spirito della lingua”.

 
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