il drone Saipem al lavoro nel porto di Trieste – .

Attualmente nel porto di Trieste sono in corso i test per le nuove funzionalità Flatfish, drone subacqueo destinato ad ispezioni avanzate in ambiente marino e sotto la superficie dell’acqua. Tra l’altro vi avevamo già parlato di Flatfish in questo articolo dello scorso febbraio, all’interno di una panoramica più ampia delle tre diverse soluzioni robotiche del programma Hydrone che l’azienda Saipem ha sviluppato grazie al suo Centro di eccellenza Sonsub per le tecnologie subacquee.

Attraverso le pagine della nota agenzia di stampa Adnkronos, è proprio il Sonsub Manager, Matteo Marchiorispiegare “Stiamo concludendo una fase del programma di sviluppo tecnologico di uno dei nostri droni, il ‘Flatfish’. Su questa base siamo in grado di mettere in acqua i nostri sistemi robotici e prepararli per progetti futuri. Una fase essenziale del nostro piano di sviluppo che parte dall’ingegneria, passa attraverso l’assemblaggio di tutti i componenti e si conclude con prove in mare molto stringenti, che ci permettono di testare prestazioni e affidabilità, prima di mettere in esercizio i sistemi nelle varie aree del mondo in cui siamo attivi. La prossima destinazione di questa unità è il Golfo Persico.”

In Italia Saipem è l’unica azienda che progetta e produce droni sottomarini in grado da un lato di svolgere operazioni sia di ispezione che di interventomissioni per le quali, in attesa di competere con l’ambiente marino in mare aperto, questi innovativi dispositivi vengono scrupolosamente testati nell’ambito Centro Sonsub di Trieste,

Di cosa è capace Flatfish

Flatfish è un progetto del 2016 ed è stato utilizzato in progetti di ispezione avanzata dal 2021. La sua caratteristica davvero impressionante è la capacità di farlo lavorare anche per 12 mesi consecutivialternando 12 ore di lavoro e 12 ore di ricarica, operando ad una profondità massima di 3000 metri.

Brander spiega che “La particolarità di Flatfish è la sua capacità di operare in acqua senza filo guida, esattamente come un drone aereo. Questa è una delle più grandi sfide tecnologiche, perché muoversi in acqua e riuscire ad avere la percezione dello spazio e degli oggetti senza un collegamento fisico con una stazione di controllo a terra o su una nave militare è complesso e ha richiesto diversi anni di sviluppo e innovazione .”.

 
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